Coldiretti Calabria: dai cinghiali alla trasparenza alimentare, conquiste cruciali per il territorio
La Coldiretti Calabria ha recentemente celebrato due importanti traguardi nel campo della tutela del territorio e della trasparenza alimentare.
Un passo avanti decisivo per l’emergenza cinghiali
Franco Aceto, presidente regionale di Coldiretti Calabria, ha espresso soddisfazione per l’approvazione del Piano straordinario regionale quinquennale per la gestione e il contenimento della specie cinghiale, promosso dalla Giunta Regionale su proposta dell’assessore Gianluca Gallo. «Era necessario e indispensabile un intervento concreto e strutturato. Abbiamo chiesto con forza questa misura, culminata nella manifestazione del 18 giugno scorso davanti alla Regione, e ora possiamo parlare di progressi tangibili» ha dichiarato Aceto.
Il piano prevede misure innovative per la gestione dei cinghiali, tra cui prelievi e abbattimenti durante tutto l’anno, interventi anche nelle aree protette e il coinvolgimento diretto degli agricoltori come bioregolatori, previa abilitazione. Inoltre, verrà potenziato l’Ufficio caccia regionale, semplificato l’iter per le domande di indennizzo e velocizzata la liquidazione dei danni. Un’innovazione chiave è la creazione di un corpo di guardie venatorie giurate, formate dalla Coldiretti, che opereranno sull’intero territorio calabrese con il supporto di un’app dedicata per segnalare e gestire le emergenze.
Parallelamente, è stato introdotto un bando finanziato dall’Unione Europea per installare recinzioni efficaci, con filo elettrosaldato interrato, per proteggere le coltivazioni. «Non possiamo dimenticare la necessità di salvaguardare oltre 5.000 allevamenti suini, una risorsa fondamentale per la nostra economia regionale» ha concluso Aceto, ribadendo l’impegno della Coldiretti nel garantire soluzioni concrete per l’agricoltura.
Trasparenza e sicurezza alimentare: l’obbligo di etichettatura dell’origine
Dal 1º gennaio 2025 è in vigore l’obbligo di indicazione dell’origine per la frutta secca sgusciata, come nocciole, mandorle, fichi secchi e pistacchi. Coldiretti ha accolto con entusiasmo questa novità, considerandola un’importante conquista per la trasparenza del settore alimentare. «La normativa finalmente offre ai consumatori garanzie sulla provenienza di un prodotto che ha visto una forte crescita nei consumi, sia per motivi salutistici sia per le tradizioni festive» ha dichiarato l’associazione.
In Calabria, secondo i dati ISTAT, il settore conta circa 414 aziende produttrici di mandorle, 310 di nocciole e 7 di pistacchi, con un trend in crescita anche grazie ai finanziamenti del PSR per nuovi impianti. Tuttavia, resta anonima l’indicazione dell’origine della frutta secca utilizzata nei prodotti trasformati, come creme di nocciole o dolci, un vuoto normativo che Coldiretti si impegna a colmare.
La battaglia per l’etichettatura obbligatoria ha radici profonde nella storia della Coldiretti, iniziata nel 2002 con la trasparenza sulla carne bovina durante l’emergenza mucca pazza. “Solo con un’etichettatura chiara sarà possibile dire basta ai cibi importati e camuffati come italiani, garantendo la salute dei cittadini e il reddito degli agricoltori” ha sottolineato l’associazione.
Coldiretti ha inoltre lanciato una proposta di legge di iniziativa popolare per estendere l’obbligo di indicazione dell’origine a tutti gli alimenti in commercio nell’Unione Europea, con l’obiettivo di raccogliere un milione di firme. “La difesa del made in Italy non è solo una questione economica, ma anche di identità e qualità per i consumatori” ha dichiarato Coldiretti, promettendo di continuare la sua lotta per la trasparenza e la sicurezza alimentare.