Le radici del matriarcato locrese: origini e tradizioni femminili nella storia della città
Le riflessioni del centro studi
Di Giuseppe Pellegrino – Avvocato del Foro di Locri
La possibilità stessa di creare statuti sociali diversi va vista in positivo, come un segno della valorizzazione della differenza.
Le Donne delle Cento Case che, si diceva, traevano origine divina, non sono un mito da collegare, come erroneamente qualche volta, se non sempre, si fa, alla violazione di Cassandra da parte di Aiace Oileo, che imponeva l’invio da parte anche di Locri di due vergini da consacrare al Tempio di Minerva, ma la semplice conseguenza di una legislazione di sopravvivenza che era tipica presso tutti i dorici, e poi attribuita al mito di Licurgo. Poi, nel tempo, divenne desueta, ma nell’epoca dello sbarco dei Locresi a Kramatia, del matriarcato si dovette fare una virtù, essendoci a monte una necessità.
Se il presupposto è l’indiscutibile origine micenea delle leggi locresi, occorre anche fare riferimento ai costumi, oltre che alle leggi micenee. Sul matriarcato a Locri ci saranno delle conclusioni del tutto difformi da quelle fino a ora fatte, anche alla luce delle osservazioni da Polibio, per le quali a Locri più che di matriarcato occorre parlare di madrilinearità. Invero, le donne di Creta e, in misura minore, quelle di Micene e degli altri regni achei, godevano di molti diritti. A partire dal III millennio gli abitanti di Creta veneravano quale divinità suprema una divinità femminile, la Pòtnia, Grande Madre Mediterranea, simbolo della forza generatrice delle donne, mentre sempre delle donne, le sacerdotesse, svolgevano l’importante ruolo di mediatrici tra l’uomo e la divinità.Dagli affreschi e iconografie si può ricavare che le cittadine di Creta assistevano agli spettacoli, partecipavano alla caccia e fabbricavano vasellame al pari degli uomini. A Cnosso sia nel palazzo sia nelle abitazioni cretesi la parte destinata alle donne non era isolata, come avveniva nel resto della Grecia, dove le donne erano relegate nel Gineceo.
Da scartare la tesi che lega il Matriarcato alla Festa della Sacra Prostituzione,che a Locri venne celebrata per molto tempo, poi desueta come festa, ma che continuò con le Sacre Prostitute nel Tempio di Afrodite. Anche se, si ricorda, la Maledizione presso i Greci era una forma di sanzione creduta e credibile e quella di Cassandra scritta in una colonna greca, ebbe conseguenze incredibili:
O voi dimore di Oileo, figlio di Oidodokos; voi delle mie nozze violente sconterete la pena della dea agreste di Cigas allevando fanciulle per esporle al giudizio della sorte che lascia vergini sino alla vecchiaia.
Terribile che si rendessero le donne non fertili in una terra in cui la fertilità della Donna era un dono da consacrare nella più grande festa dei Greci prima (Eleusi) e di Locri poi (le Tesmoforie di Petracappa nel rito della festa di settembre di Persefone).
L’importanza delle donne a Locri e la madrilinearità delle origini della città trovano testimonianza nella legislazione locrese laddove, tenendo conto della peculiarità e complessità della società civile, le norme vengono declinate sia al maschile sia al femminile (Nessun locrese può avere né schiavi, né schiave; all’adultero e all’adultera cavar si debbon gli occhi), senza fare alcun riferimento né alla parità di genere, né al matriarcato.
La legislazione Locrese trova una sua esplicazione nella sua essenza e, soprattutto, nella sua peculiarità, facendo obbligatoriamente riferimento alla complessità della società civile, per come nata. Di certo occorre affrontare il tema senza pregiudizi e anche ascoltare voci sgradevoli, quando accennano ad una realtà molto meno nobile di quella descritte da certe opere storiche. Poi, alla fine, occorre fare riferimento alla legislazione micenea, con particolare riferimento alla Codice di Gortina.Tra le voci sgradevoli, quella che propende, in linea astratta, per la spiegazione con la presenza di una figura femminile stabile nel centro geografico di aggregazione del nucleo sociale, mentre il maschio avrebbe avuto funzioni cercatorie, esplorative e all’occorrenza di difesa. E tuttavia a Locri, se il potere della donna nella casa è assoluto, nella società è del tutto mortificante.
Secondo Johann Jakob Bachofen, nel matriarcato e nell’amore della madre per i figli (riscontrato in innumerevoli figure di Grandi Madri, prima fra tutte Demetra, che a Locri aveva avuto una importanza notevole) si esalta una sorta di poesia della storia, e una fase di grande elevazione morale della vita e del costume. Sempre, secondo lo storico, nella fase primordiale, l’umanità si sarebbe caratterizzata da una fase di promiscuità sessuale e da uno stadio matriarcale, improntato a stabilità, sicurezza e serenità, per poi passare a una fase contrassegnata dalla vittoria del diritto maschile, o paterno, che avrebbe trovato i suoi paladini in Apollo e in Augusto.
Continua…
Estratto da L’Eco Giuridico del Centro Studi Zaleuco Locri del 18/11/2023