ArteCostume e Società

Opere degli allievi del “Pitagora” alla mostra “Siderno, fabbrica dei cuori”

Dal Comitato per la Comunicazione del Polo Liceale Zaleuco-Oliveti-Panetta-Zanotti

Una giornata di forte sensibilizzazione e straordinario impegno civile, quella vissuta dagli allievi del Liceo Artistico Pitagora di Siderno, facente parte del Polo Liceale Zaleuco-Oliveti-Panetta-Zanotti, guidato dalla Dirigente Carmela Rita Serafino, che hanno partecipato, accompagnati dai docenti Rocco Di Gori e Attilio Papandrea, nella giornata contro la violenza sulle donne, alla manifestazione organizzata dal Sindaco di Siderno, Maria Teresa Fragomeni, e dall’Assessore alla Cultura e alle Pari Opportunità, Francesca Lopresti. L’Amministrazione sidernese è da sempre presente, in prima linea, nella sensibilizzazione su certe tematiche, forti e ancora molto attuali. La centralissima Piazza Vittorio Veneto, di fronte al Comune, è diventata il cuore pulsante delle celebrazioni, con l’inaugurazione di una mostra dal titolo Siderno, la fabbrica dei cuori, per la quale diversi artisti della zona hanno esposto le loro opere, tutte a tema cuore. I ragazzi del Liceo Artistico, protagonisti dell’evento, hanno presentato opere sia pittoriche sia scultoree, realizzate con materiale riciclato, terracotta e gesso, particolare attenzione è stata attribuita al lavoro di uno studente della classe 3ªB, Girolamo Gullace, dal titolo Il cuore per la vita, che sarà collocato in via permanente in una delle piazze del Comune di Siderno. Così ha commentato la fondatrice del Movimento Riprendiamoci, presente alla manifestazione: «È bello vedere tanta sensibilità da parte dei giovani verso temi così importanti. Le loro opere testimoniano una speranza: che di violenza non si debba più parlare in futuro». Un grande esempio di partecipazione civile e sociale verso una piaga che ancora ci trafigge e ci addolora, compiuto attraverso l’arte, simbolo di libertà, bellezza, massima espressione creativa. Un messaggio che non deve fermarsi e possa portare tante donne a trovare il coraggio di denunciare, di uscire dalla dipendenza emotiva in cui si sono intrappolate. La lotta contro la violenza di genere richiede un impegno collettivo, per promuovere l’uguaglianza, educare e creare una società in cui tutte le persone siano libere dalla violenza e dalla discriminazione. Per contrastare un fenomeno così radicato nella società, da un livello macro a quello micro, il cambiamento può avvenire soltanto con interventi distinti, ma interconnessi: sul piano sociale e comunitario, con azioni volte sia a prevenire che a garantire diritti (misure legislative, istituzioni ed enti), sul piano individuale, con un lavoro mirato, in cui l’individuo si assuma la responsabilità delle proprie azioni, e impara a riconoscere e gestire le dinamiche, le relazioni e i vissuti emotivi sottesi al comportamento violento. Il silenzio è la forma peggiore di accettazione ed è per questo che la violenza contro le donne è un tema ampiamente dibattuto ai nostri giorni. Femminicidio è una parola coniata proprio per questo: per esternare alla società di oggi che esiste un problema grande, grave, serio e apparentemente irrisolvibile. Un problema che porta morte e, per chi sopravvive, dolore e paura. Non basta, però, ricordare ciò in una giornata dedicata, bisogna arrivare a un cambio di mentalità, rendere le donne sensibili anche a quelle piccole cose quotidiane, che sembrano prive d’importanza, ma che sono campanelli d’allarme prima dell’irreparabile. Bisogna dare forza di discernimento al cuore di una donna, che attraverso di esso abbraccia la vita, la dona, la custodisce, la fa sua. Sì, prima che con la testa la donna è cuore, ed è con il cuore che genera i pensieri più sublimi, i sogni più elevati, come quelli che hanno guidato Rita Levi Montalcini, Grazia Deledda, Marie Curie, Maria Montessori, Ipazia d’Alessandria e tantissime altre. La storia non è fatta solo da uomini illustri, ma anche dal coraggio culturale e sociale di donne che hanno dato alla storia sapore, profondità e singolare straordinarietà. Un plauso a queste iniziative, che vedono le nuove generazioni in primo piano, perché a loro spetta costruire un domani senza discriminazioni.

Redazione

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