Vincenzo Speziali denuncia la magistratura italiana alle istituzioni europee
Vincenzo Speziali, figura di spicco del Partito Popolare Europeo, ha indirizzato una lettera aperta a Ursula von der Leyen, Presidente della Commissione Europea, e per conoscenza a Roberta Metsola, Presidente del Parlamento Europeo, e Manfred Weber, Presidente del PPE. In questo documento, Speziali esprime profonde preoccupazioni riguardo al funzionamento del sistema giudiziario italiano, descrivendolo come caratterizzato da “sconfinamenti pericolosi e antidemocratici” che minacciano la libertà e la democrazia.
Speziali sostiene che una minoranza all’interno della magistratura italiana, “di chiara matrice neogiacobina”, operi in modo scorretto, spesso in collaborazione con giornalisti compiacenti. Questa fazione, secondo lui, strumentalizza le indagini per colpire le persone, piuttosto che perseguire i reati. L’azione penale obbligatoria si trasforma quindi in “persecuzione ad personam”, distorcendo il sistema di giustizia in Italia.
L’autore denuncia l’esistenza di un “circolo mediatico-giudiziario” in cui alcuni magistrati collaborano con giornalisti scandalistici per creare sensazionalismi, alimentando una narrativa faziosa. Speziali descrive questo fenomeno come una “persecuzione mediatica” che viola la presunzione di innocenza, con effetti devastanti sulla vita degli indagati, spesso rivelatisi poi innocenti.
Speziali riconosce che l’attuale governo Meloni sta tentando di correggere questi abusi con riforme legislative, ma incontra forti resistenze da parte dei magistrati e dei media. Egli critica il fatto che ogni tentativo di riforma venga etichettato come “bavaglio fascista”, mentre a suo avviso si tratta di misure necessarie per garantire il “rispetto della dignità umana e dei dettami costituzionali”.
La lettera si conclude con un accorato appello alle istituzioni europee per un “monitoraggio ufficiale” sullo stato della giustizia in Italia, suggerendo l’istituzione di una Commissione di inchiesta parlamentare europea per valutare la situazione. Speziali denuncia anche il trattamento subito personalmente da parte di alcuni magistrati, evidenziando le irregolarità nelle indagini a suo carico e la mancata risposta dei procuratori italiani alle autorità libanesi, a dimostrazione, secondo lui, della loro mancanza di rispetto per le leggi internazionali.
In conclusione, Speziali chiede una “tutela democratica e vigilanza attiva” da parte delle istituzioni europee per evitare ulteriori abusi di potere da parte della magistratura italiana, evidenziando una situazione che considera critica e che necessita di interventi urgenti per preservare i valori fondamentali della libertà e della democrazia in Italia.