Attualità

L’Intelligenza Artificiale tra scuola e crescita economica: opportunità e prospettive per il futuro

Pensieri, parole, opere… e opinioni

L’Intelligenza Artificiale è ormai uno di quei temi entrati prepotentemente nella quotidianità e nell’immaginario collettivo, ed è stata al centro di dibattiti assai interessanti svoltisi anche sul nostro territorio.
Che l’apprendimento automatico possa aiutarci a risolvere i più svariati problemi quotidiani è ormai noto a tutti e sono sempre di più i professionisti e le grandi aziende che vi fanno affidamento per rendere più agevole ed efficace il proprio lavoro. Per tale ragione, non ho trovato sorprendente che anche quello stesso Ministero dell’Istruzione che aveva dichiarato di voler osteggiare l’utilizzo degli smartphone in classe abbia deciso invece di far partire una sperimentazione che implementa l’utilizzo dell’IA all’interno delle scuole. Le modalità sono tanto semplici quanto ricche di potenzialità: a un campione di studenti verranno forniti dei tablet sui quali studiare e svolgere gli esercizi della didattica regolamentare, che verranno poi passati al setaccio non solo dagli insegnanti, ma anche da Gemini, l’IA generativa realizzata da Google, per analizzare gli errori e suggerire ai docenti esercizi mirati per migliorare le competenze dei discenti.
Una nuova metodologia che potrebbe cambiare per sempre il mondo della scuola, salvaguardando e anzi facendo evolvere, cosa non scontata, il ruolo dell’insegnante, che potrà potenzialmente vedere frutti ancora migliori del proprio impegno.
Sotto questo punto di vista, trovo particolarmente significativo che, alle nostre latitudini, questa sperimentazione parta proprio dalla scuola media di Platì, evidentemente rimasta nel cuore del Ministro Giuseppe Valditara dopo la sua recente visita nel nostro comprensorio, tanto da voler dare a una realtà storicamente complessa l’opportunità di raggiungere prima una maggiore efficienza che, secondo le stime degli esperti potrebbe presto aprirci le porte di un’esistenza almeno economicamente più stabile.
Nelle stesse ore in cui veniva annunciata la sperimentazione di cui sopra, infatti, a Reggio Calabria si parlava invece della possibilità che un’impiego sempre più mirato dell’IA dovrebbe condurre a un’aumento del Prodotto Interno Lordo globale del 16% entro il 2030. Personalmente ritengo che si tratti di una previsione ambiziosa ma plausibile, considerando le potenzialità della tecnologia nel trasformare molteplici settori economici. Questo incremento, in effetti, potrebbe realizzarsi attraverso una serie di meccanismi concreti.
In primo luogo, l’IA permetterebbe una maggiore automazione dei processi aziendali, riducendo costi e aumentando l’efficienza operativa. Ad esempio, settori come la produzione industriale, la logistica e i servizi potrebbero implementare sistemi di IA per ottimizzare la gestione delle risorse, migliorare la qualità del prodotto e ridurre i tempi di inattività. Questo porterebbe a una crescita della produttività che si riflette direttamente sul PIL.
In secondo luogo, l’IA e l’apprendimento automatico consentirebbero alle imprese di analizzare enormi quantità di dati in tempo reale. Questo supporterebbe decisioni più rapide e informate in ambito strategico e operativo, migliorando la competitività delle aziende e aprendo nuove opportunità di mercato. Nel campo economico-finanziario, per esempio, le tecnologie di IA sono già utilizzate per gestire investimenti, analizzare rischi e prevedere tendenze di mercato, facilitando un’allocazione più efficiente delle risorse.
In ambito sanitario, l’IA potrebbe poi accelerare la diagnosi medica, migliorare l’efficacia dei trattamenti e ottimizzare l’organizzazione delle strutture sanitarie, riducendo così i costi e migliorando la salute pubblica. Questo avrebbe un impatto diretto sul benessere della popolazione e sulla forza lavoro disponibile, con ricadute positive anche sull’economia.
Un altro settore chiave sarebbe poi quello della mobilità, dove l’IA sta giocando un ruolo cruciale nello sviluppo di veicoli autonomi e nella gestione intelligente del traffico. La riduzione degli incidenti e del traffico, unita a un consumo più efficiente di carburante, porterebbe a una significativa riduzione dei costi logistici e ambientali.
Infine, l’IA sta già contribuendo allo sviluppo di nuove industrie, come quella della realtà aumentata, della robotica avanzata e della catena di blocchi, settori che non solo creeranno nuovi posti di lavoro, ma che permetteranno anche di ridefinire le catene del valore globali, generando ulteriori benefici economici.
Perché questo aumento del 16% del PIL si concretizzi, però, sarà fondamentale che le imprese e i governi investano in infrastrutture tecnologiche, formazione e regolamentazione adeguata, affinché l’IA possa essere implementata in maniera efficace e inclusiva in tutti i settori.
Intanto, incassiamo positivamente questa sperimentazione nel mondo della scuola.

Jacopo Giuca

Nato a Novara in una buia e tempestosa notte del giugno del 1989, ha trascorso la sua infanzia in Piemonte sentendo di dover fare ritorno al meridione dei suoi avi. Laureatosi in filosofia e comunicazione, ha trovato l’occasione di lasciarsi il nord alle spalle quando ha conosciuto la sua compagna, di Locri, alla volta del quale sono partiti in una altra notte buia e tempestosa, questa volta di novembre, nel 2014. Qui ha declinato la sua preparazione nella carriera giornalistica ed è sempre qui che sogna di trascorrere la vecchiaia scrivendo libri al cospetto del mare.

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