L’investimento di Baker Hughes in Calabria rappresenta un’occasione di sviluppo economico e occupazionale che la regione non può permettersi di perdere. Questo è il punto di vista condiviso da diverse forze politiche e istituzionali che, negli ultimi giorni, hanno espresso preoccupazione per la possibile rinuncia della multinazionale americana a un progetto da 60 milioni di €, con la prospettiva di creare 200 posti di lavoro.
Pietro Molinaro, Presidente della Commissione Consiliare Antindrangheta, sottolinea l’importanza di non ripetere gli errori del passato e chiede al Presidente Roberto Occhiuto di riaprire con autorevolezza la trattativa, per non perdere un’opportunità che potrebbe valorizzare il capitale umano formato nelle università locali e promuovere una cultura dell’innovazione. Anche il Ministro Adolfo Urso ha manifestato il suo pieno supporto, auspicando un ripensamento da parte di Baker Hughes.
Rossano Sasso, commissario della Lega in Calabria, richiama l’urgenza di mantenere aperto il dialogo con l’azienda, evidenziando le immense potenzialità del porto di Corigliano Rossano. Sasso ribadisce che la Calabria non può essere ostaggio di resistenze politiche e burocratiche, che finora hanno ostacolato lo sviluppo della regione. L’intervento del Ministro Urso e le richieste dei sindacati sono segnali positivi, ma è necessario agire tempestivamente per trovare soluzioni e far proseguire il progetto.
Anche Giuseppe Campana, coordinatore regionale di Europa Verde, pone l’accento sulle opportunità strategiche legate al porto di Corigliano Rossano, che potrebbe diventare uno snodo per la pesca, il commercio e il turismo. Critica la gestione dell’Autorità di Sistema Portuale e chiede un maggiore impegno per risolvere le carenze infrastrutturali che penalizzano il territorio. Campana propone inoltre, come ultima opzione, il trasferimento della giurisdizione del porto all’Autorità del Mar Ionio di Taranto, per garantire una gestione più efficiente.
Il segretario regionale dell’Unione Di Centro, Salvatore Bulzomì, aggiunge che è cruciale chiarire al più presto le ragioni della rinuncia di Baker Hughes, se dovute a ostacoli burocratici, e invita le amministrazioni locali a fare la loro parte per riaprire i canali di interlocuzione. Propone inoltre siti alternativi, come il porto di Gioia Tauro o l’area industriale di Lamezia Terme, nel caso in cui non fosse possibile salvare l’investimento a Corigliano Rossano.
In conclusione, la vicenda Baker Hughes è vista come una svolta fondamentale per il futuro della Calabria. I rappresentanti politici della regione concordano sull’importanza di attrarre e trattenere investimenti, superando le difficoltà amministrative e burocratiche, per creare opportunità concrete e sostenibili per il territorio e le future generazioni.