Indagini e polemiche attorno all’Antimafia: i nuovi sviluppi nell’inchiesta Cantone
Di Vincenzo Speziali – ex indagato nel procedimento Breakfast a Reggio Calabria
È proprio vero: il tempo è galantuomo e la storia è nobildonna!
Difatti, continuano vari colpi di scena in merito all’inchiesta portata avanti dal Procuratore Raffaele Cantone, sulle presunte deviazioni interne alla Direzione Nazionale Antimafia sotto la gestione dell’attuale parlamentare del Movimento 5 Stelle (nonché Vicepresidente dell’Antimafia) Federico Cafiero de Raho.
Difatti, nell’attuale procedimento a Perugia, erano già indagati a piede libero (ma con richiesta di misura cautelare) l’ex Sostituto Nazionale Antonio Laudati e il Tenente della Guardia di Finanza Pasquale Striano (in forza pure lui, prima dell’attuale indagine, alla DNA, laddove riceveva encomi sottoscritti proprio da De Raho), ai quali oggi si aggiunge un misterioso ex 007 e probabilmente, se ne dovrebbe aggiunge un loro, di cui a breve dirò.
Desidero, quindi e comunque, fare presente che il non nominalmente ex Agente dell’Agenzia Informazioni e Sicurezza Esterna, qualora fosse colpevole di qualche addebito penale, non inficerà mai il ruolo glorioso e prezioso dei nostri Servizi di Sicurezza, anzi nei loro confronti ho rispetto, fiducia, ammirazione e ne difenderò sempre la loro giusta e istituzionalmente codificata azione.
Anzi, sono un baluardo positivo ed encomiastoco per il nostro Paese, pur se nella mia inchiesta denominata Breakfast, portata avanti dalla Procura di Reggio Calabria, all’epoca guidata da De Raho e delegata al di lui Procuratore Aggiunto Giuseppe Lombardo, ci fu la presenza di un ex appartenente all’AISE, ovvero un altro Finanziere, cioè il Connello Paolo Costantini, che assieme a Striano ebbe un ruolo fondamentale.
Se Striano espletava le indagini, (chiamiamole così, per carità di patria, tant’è che venne ascoltato quale teste della pubblica accusa più di una volta), Costantini, invece, supportava con bugie, rispetto alle quali, pure lui dovrà rispondere legalmente qui a Beirut (assieme a molteplici convenuti a giudizio, ovvero molti e di già notificati pubblici ufficiali e non solo essi) proprio innanzi all’Autorità Giudiziaria Libanese.
Quest’ultima ha accolto le formali doglianze presentate con regolare esposto e a norma di legge, oltre che nel solco del Trattato Bilaterale con l’Italia, quindi sta proseguendo ufficialmente e inesorabilmente, con un procedimento tutt’ora in corso e di cui, per quanto regolarmente notiziatomi dai miei legali di Beirut, avremo sviluppi a breve, sotto l’aspetto formale.
Insomma, assieme ai metodi e alle risultanze reggine, or ora citate, le quali sono sotto indagine in Libano, vi è persino la mendace testimonianza, a me avversa, dell’ex Capocentro dell’AISE negli Emirati Arabi, cioè il già menzionato tuttofare infedele Costantini (pure lui, parimenti a Striano, proveniente dalla Guardia di Finanza), poiché nonostante io abbia dimostrato, la falsità e le apocrife dichiarazioni per l’appunto del Costantini, a sua volta invischiato nell’inchiesta Cooperativa di Produzione Lavoro Concordia (dove avrebbe fatto ricettacolo di mazzate per sé e al di fuori dei suoi incarichi istituzionali), questo figuro, fu pure lui ascoltato, nel Processo Scajola (cioè Breakfast) e anche in Commissione Antimafia.
Posto che ringrazio i nostri Servizi Segreti, per aver provveduto a metterlo alla porta (e io lo avrei persino fatto prendendolo a calci nel sedere e confido che lo si possa ancora fare nel futuro, da parte di chi ne ha legale competenza, magistratura compresa, sia in Italia sia all’estero), balza agli occhi come insopportabile affronto, che uno spicciafaccende simile, per di più onta della sua divisa sia di finanziere, sia di operatore dell’intelligence (soprattutto per questa ultima funzione è indegno!), abbia avuto la possibilità di propalare le sue menzogne, godendo di non so quale ed eventuale protezione (riferibile, probabilmente a qualche magistrato?) e, per di più, persino vedersi audito, lui bugiardo notorio, in luoghi istituzionali, come la Commissione Parlamentare Antimafia, contrariamente a me che sono parte lesa, secondo l’avviso della magistratura libanese, che è il mio giudice naturale.
Anche di ciò, quindi vorrei parlare nelle sedi competenti e succitate in incipit, oltre a suggerire di verificare i contatti e i rapporti, personali e (pseudo?)lavorativi tra Striano e Costantini.