Celebrata a Catanzaro una Messa in suffragio di Alcide De Gasperi
Dall’Ufficio Stampa
Il celebrante, Don Salvatore, ha ricordato che lo statista è stato un esempio di cristiano autentico, che ha trasfuso nell’azione di governo le raccomandazioni al dialogo, l’attenzione ai ceti più deboli, come vuole la Chiesa.
Alla presenza dei convenuti tra i quali Nino Gemelli, il segretario provinciale del Nuovi Cristiani Democratici Uniti Vito Bordino, Pippo Capelluto, Gino Cordova, Pasquale Ruga, Pasquale Esposito, Pasquale Talarico, Tommaso Stanizzi, Piero Romeo, Mary Pileggi, Luigi Stanizzi, Vincenzo De Sarro, Antonio Massimo Robertelli e numerosi amministratori e amici delle province calabresi, Mario Tassone ha ricordato che Alcide De Gasperi è stato lo statista più grande che l’Italia abbia avuto nell’ ultimo secolo. Vittima del regime fascista, patì il carcere e l’esilio, ma conservò inalterati gli ideali che lo portarono ad aderire al Partito Popolare Italiano di Luigi Sturzo. Dopo l’armistizio fondò con pochi altri amici la Democrazia Cristiana, per prepararsi al governo del Paese dopo la guerra di liberazione nazionale. Il suo credo religioso lo guidò nell’azione di governo, creando le condizioni per la ricostruzione del Paese. La sua concezione del sociale lo portò a creare la Cassa per il Mezzogiorno, per far fronte alle condizioni del sud arretrato e prevalentemente agricolo. La norma per la distribuzione delle terre fu risolutiva per trasformare la società meridionale da agricola in società imprenditoriale, ancorché di piccole dimensioni.
La visione occidentale lo portò a condividere l’Organizzazione del Trattato dell’Atlantico del Nord, la sua visione della storia europea lo convinse a sostenere e caratterizzare l’accordo per la Comunità Europea del Carbone e dell’Acciaio, la Comunità Europea dell’Energia Atomica, la Comunità Europea di Difesa, bocciata dal Parlamento francese.
Il suo rifiuto a comporre una maggioranza al Comune di Roma con il Movimento Sociale Italiano, che gli portarono le ire della gerarchia, ha avuto un grande significato politico, perché ha sottolineato che i Valori non sono oggetto di trattative e mediazioni, ma devono essere rispettati sempre. I fautori di ipotesi, che il movimento politico dei cristiani possa associarsi con strutture politiche di natura opposta per concezione democratica e libertaria, dovranno ricredersi, perché ogni partito ha la propria storia, che potrà essere rispettata, ma mai confusa o menomata.
Chi ha fatto scelte diverse sia coerente e le difenda e non pretenda di essere condiviso, perché le scelte valoriali non si piegano alle convenienze. Il lavoro che in tanti stanno facendo per organizzare politicamente i cristiani, secondo l’esigenza affiorata nella 50ª edizione delle Settimane Sociali, potrà trovare compimento con l’impegno umile di quanti non si porranno come obiettivo la gestione del potere, ma il bene delle popolazioni che governano.