Tirocinanti calabresi, si torna in piazza
Dalle Segreterie Regionali NIdiL, FELSA e UILTemp
I prossimi mesi di ottobre e novembre vedranno la conclusione di quasi tutti i progetti di Tirocinio di Inclusione Sociale, motivo per cui circa 4.200 persone rimarranno senza sostegno al reddito, oltre che senza prospettive concrete di una contrattualizzazione.
Le conquiste sin qui ottenute grazie alle lotte dei lavoratori e sostenute, tra gli altri, da Nuove Identità di Lavoro, Federazione Lavoratori Somministrati Autonomi e Unione Italiana dei Lavoratori Temporanei, rischiano di rimanere solo inchiostro su carta, e non lavoro vero e dignitoso, vanificando i passi in avanti fatti. Siamo stati facili indovini nell’anticipare che l’emendamento che riconosce le deroghe assunzionali per i tirocinanti negli enti calabresi non avrebbe prodotto un solo posto di lavoro e così è stato.
Gli enti, come sosteniamo da tempo, non sono nelle condizioni economiche di assorbire un bacino così ampio di lavoratori, né lo saranno vista la cronica situazione finanziaria degli stessi. Occorre, dunque, rappresentare alla politica regionale e nazionale la situazione di emergenza sociale che si sta venendo a creare e l’urgenza di coinvolgere il ministero della Funzione Pubblica, così come era stato promesso dal governatore Occhiuto alle Segreterie regionali di Confederazione Generale Italiana del Lavoro, Confederazione Italiana Sindacati Lavoratori e Unione Italiana del Lavoro.
Un incontro pazientemente atteso e che avrebbe dovuto realmente essere una svolta per l’assorbimento del bacino nell’amministrazione pubblica che tante volte si dimentica di loro, ma se ne ricorda prontamente quando si tratta di sfruttare il lavoro senza dare diritti e tutele. Per tale motivo, queste Segreterie regionali indicono una grande giornata di mobilitazione per la data del 18 Settembre prossimo, con un presidio da tenersi a Catanzaro presso la Cittadella Regionale. Occorre che la Calabria veda il disagio in cui vivono 4.200 lavoratori e le loro famiglie che da anni prestano servizio nelle nostre comunità, ma senza un regolare contratto di lavoro, che riconosce loro la dignità che quotidianamente si guadagnano. Occorre che la Politica tutta sia richiamata a rispettare le promesse e gli impegni presi con i lavoratori per una soluzione definitiva di una vergogna che va avanti da troppo tempo.