Costume e SocietàLetteratura

Conflitto interiore e segreti svelati: la tensione tra Rocco e l’usciere

Storie d’altri tempi

Di Francesco Cesare Strangio

Rocco era uno sfegatato ammiratore di Benito Mussolini e riteneva i compagni partigiani dei traditori e assassini a sangue freddo.
Mastro Filippo conosceva bene l’irruenza del nipote, con una certa frequenza gli riservava delle occhiate che sembravano dei dardi infocati.
L’usciere, notando l’imbarazzo di Rocco, disse: «La gente non si rende conto che i tempi delle tirannie fasciste sono finiti. Il comunismo prenderà il sopravvento nel mondo perché è l’unica speranza per l’umanità.»
Le parole dell’usciere provocarono in Rocco una vampata di calore che gli percorse tutto il corpo.
Mastro Filippo, capendo che l’usciere aveva voglia di sfogarsi, rivolgendosi a Rocco, disse: «Rocco, devi far rientro al cantiere perché urge la mia o la tua presenza.»
Rocco non aspettava altro. Si alzò e fece per andare via.
Mastro Filippo lo fermò e disse: «Dimentichi di scusarti con il nostro amico.»
Rocco, a malincuore, allungò la mano e chiese scusa.
L’usciere schiarì in volto e disse: «Bada bene per la prossima volta, non tutti sono amici d’infanzia di tuo zio. L’incidente, per quello che mi riguarda, è chiuso.»
Rocco attraversò il corridoio e guadagnò l’uscita. Una volta fuori, si rese conto che non aveva nessun mezzo di locomozione per raggiungere il posto di lavoro.
Suonò alla porta e dopo un minuto comparve nuovamente la moglie dell’usciere che chiese a Rocco cosa avesse dimenticato.
«Volevo dire a mio zio che sono appiedato.»
La signora lo fece entrare e lo accompagnò nel salone.
«Cosa ci fai qui?» chiese lo zio al nipote.
«Niente! Solo che non ho il mezzo per ritornare al cantiere.»
«Fai una cosa, vai al bar e aspettami lì: con l’amico dobbiamo chiarire alcune cose.»
Rocco fece per andare e lo zio lo richiamò: «Stai attento a come parli con le persone. Hai capito?»
Rocco rispose con un sì, anche se non aveva capito un bel niente.
Appena uscito, si diresse verso il bar Primavera.
Puntualmente, Nicoletta chiese a Rocco: «Com’è andata a finire la questione con l’usciere?»«Non posso dire nulla. Comunque penso che lo zio Filippo sistemerà tutto.»
Rocco stuzzicò la curiosità della donna a tal punto che dopo avergli portato una birra da mezzo litro, si sedette con lui. Tempo un attimo la birra scomparve dalla bottiglia.
Nicoletta, nel vedere la velocità con cui mandò giù la birra, si alzò e andò al banco e prese un’altra bottiglia di birra e ritornò alla carica spinta da crescente curiosità.«Non credo neppure a una virgola di quello che hai detto. L’usciere è un duro e non si farà convincere da nessuno, tantomeno da tuo zio.»«È qui che ti sbagli!» rispose Rocco
«Come fai a esserne certo?» domandò Nicoletta.
«Lo posso serenamente affermare, giacché stavo assieme allo zio a casa dell’usciere» rispose Rocco.
«Allora cambia tutto, anche se non è detto che tutto andrà a buon fine» osservò Nicoletta.
Le parole di Nicoletta erano orchestrate dall’astuto demone della tentazione che con abile maestria seminava, nel fertile terreno della mente di Rocco, il terribile seme del dubbio. Una volta attecchito il seme del dubbio, Rocco si lasciò andare raccontando tutto con dovizia di particolari; a completamento del mosaico, andò oltre, palesando la propria opinione.
Nicoletta ebbe un quadro completo della situazione, senza dubbi né ombre; tutti i contorni divennero chiari come il sole allo Zenit.
Era passata un’ora da quando Rocco entrò nel bar e mastro Filippo non si era ancora fatto vivo. Quella lungaggine fece preoccupare Rocco che, dal nervosismo, prese a bere con una certa animosità. Era già alla quinta birra quando vide, in lontananza, arrivare suo zio. Rocco prese le cinque bottiglie vuote e rapidamente le poggiò sul bancone, mentre Nicoletta era indaffarata a fare un paio di caffè da portare ai clienti.
«Nicoletta quant’è?» domandò Rocco.
Dopo aver guardato il taccuino, disse: «Duemila.»
Rocco estrasse il portafoglio dalla tasca posteriore dei pantaloni e prese duemila ₤, li poggiò vicino alla cassa e ritornò al proprio posto. Fece tutto con una certa celerità, poiché non voleva che lo zio si rendesse conto del numero delle birre che aveva bevuto.
Poco dopo entrò nel bar Mastro Filippo visibilmente soddisfatto.
Dopo aver salutato i presenti, si rivolse a Nicoletta: «Cara Nicoletta, sono convinto che mio nipote abbia già provveduto a renderti edotta su quanto è successo. Essendo dall’esterno, come la giudichi tutta questa storia?» chiese alla donna mastro Filippo.Nicoletta fece finta di non capire a cosa si riferiva. Rocco, vedendo la tenacia della donna, tirò un respiro di sollievo.

Foto di Mohamed Hassan da form PxHere

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