Confisca di beni a Gioia Tauro: la replica di Maria D’Agostino
In una lettera aperta, Maria D’Agostino, imprenditrice di Gioia Tauro, ha risposto alle recenti notizie riguardanti la confisca di 350.000 € di beni a suo carico. La D’Agostino sostiene di essere una vittima del sistema delle misure di prevenzione, affermando che tali provvedimenti sono basati su sospetti anziché prove concrete.
La D’Agostino ha sottolineato che il provvedimento attuale è una replica di uno emesso nel 2022 e che sarà appellato dai suoi legali. Ha ribadito la sua estraneità alla mentalità mafiosa e ha dichiarato di non avere mai avuto contatti con la cosca Piromalli. La sua attività, Il Forno di Francesco Pio, è stata costruita con sacrifici enormi nel rispetto della legalità, e l’imprenditrice si è sempre opposta ai provvedimenti di sequestro, pur rispettandoli.
D’Agostino ha denunciato diverse problematiche nella gestione dell’amministrazione giudiziale del suo panificio, tra cui pubblicità inappropriata, mancato rilascio di scontrini ai clienti e un drastico calo della qualità dei prodotti. Ha inoltre affermato di aver lavorato in condizioni di sfruttamento, senza essere regolarmente assunta, durante il periodo in cui l’attività era sotto sequestro.
La D’Agostino ha intrapreso un’azione legale per far emergere il lavoro non regolarizzato svolto sotto la gestione giudiziale e per ottenere il pagamento delle somme dovute. Ha espresso la sua frustrazione per essere stata dipinta come imprenditrice mafiosa, sostenendo che tali accuse sono basate su ipotesi non verificate.
In chiusura, D’Agostino ha lanciato un appello affinché altre persone che si trovano in situazioni simili trovino la forza di parlare e ribellarsi contro quelle che considera ingiustizie del sistema delle misure di prevenzione.
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