Dialog Festival: tra cultura e memoria per la promozione della calabria
Di Franco Crinò
Dialog Festival entra in orbita, con tutta una scia di appuntamenti culturali e artistici di grande successo. Devi conoscere la tua terra per promuoverla. Aldo Morace sottolinea un appunto di Corrado Alvaro: la gloria del passato della Calabria si riconosce anche per via delle rovine. Che sono grandiose. E se noi siamo gli stessi, possiamo certamente costruire un tempo migliore.
La Villa Romana di Casignana è diventata patrocinio di questa grandiosità. Ha resistito, ferita, all’impeto di strade e acquedotti. Costruiti e messi al nostro servizio, ma sbattutici addosso, lungo il sentiero più bello, diciamo la verità. Se il nuovo Soprintendente, Maria Mallemace, sceglie questo sito per la sua prima uscita, significa che è tra i più belli. La bellezza dei mosaici e l’ingegnosità degli impianti mandano in estasi, ma non ci fanno dimenticare i rischi che ha visto Gioacchino Criaco: le anime nere, sanguinarie, si erano messe all’opera per assassinare l’Aspromonte e le coste. Così belli, però, da non poter morire.
La politica al Dialog Festival non l’abbiamo osannata, blandita, contestata. Ma ce l’abbiamo dappertutto ed è meglio di tanto altro. Antonello Caporale, giornalista come lo è un giornalista de Il Fatto Quotidiano, e Federico Mollicone, senatore alla Cultura, sulle tracce di Giorgio Gaber, barba di destra e quella di sinistra. Il sistema criticato dallo chalet di Cortina. Il Santiago di Darwin Pastorin dice che «la pizza è di destra, la Margherita, omaggio alla Regina, è stata fatta tricolore… basilico, mozzarella e pomodoro», però, non pensa a rinunciarvi.
Luca Barbareschi, intervistato da un giornalista bravo e un po’ rompiscatole, Francesco Sorgiovanni, che se l’è studiato. Ci conosciamo con Luca, ma forse è complicato per noi. Ha fatto un milione di cose e dice di dimenticarselo. Si dice un solitario ed ha avuto a che fare con tutta l’umanità. Forse non la racconta giusta sul suo carattere. È stato amico di Giorgio Napolitano, anche nostro, a Roma. Sappiamo che quando è stato eletto parlamentare nel Popolo della Libertà, lo ha fatto da socialista. «Per tutta la vita» ha dichiarato.
Imbastiamo azioni di gioco: il Monte Varet, i palmenti in pietra, i monumenti arborei, le acque medicamentose e i fanghi delle Terme di Favate, gli escursionisti che raggiungono le rocce del Pracuso attraverso la risalita del Butramo, il Borgo. Mica c’è una sola, importante, azione di gioco a Casignana. Il rettangolo di gioco forse non basta per le troppe giocate da fare. Rimesse in campo dal Dialog Festival, insieme a tutto il resto del territorio.
Rischiamo di parlare come Luciano Spalletti, non del tutto comprensibile, in realtà vogliamo farlo come Francesco Mazza, l’Editore di Terzo Regno che, con Corrado Alvaro, Saverio Strati, Mario La Cava, Francesco Perri, Saverio Montalto, lo schema vincente lo ha proposto. I fenomenali aforismi, «la signora illetterata che rammenta quando da piccola, con una mano teneva la cordicella della capra e nell’altra leggeva un libro», «i saggi ignoranti di montagna». Francesco Guccini funziona anche qui. Infatti, siamo andati tanto avanti.
Dialog Festival, per parlare di tutto e con tutti. Antonio Blandi è il Direttore artistico giusto. Lo ha già fatto vedere con Il Profumo del tempo e con tanto altro: come non parlare a comando di antifascismo, come rispettare i luoghi, come cercare i talenti. Blandi ci aiuta a raccontare la storia nel verso giusto.