Il dolore silenzioso e potente di due genitori
Di Pino Mammoliti
Le parole per esprimere il cordoglio per la morte del giovane Christian non bastano più. In una stanza di una casa piena di dolore tutti i presenti parlavano con gli occhi. Nessuno si azzardava ad aprire bocca, consapevoli della inutilità di ogni frase. Tutti ci sentivamo parte di questa tragedia e ,forse, complici, con la nostra enorme dose di viltà sociale per accettare senza pudore e senza vergogna il disinteresse da parte delle istituzioni nei confronti della struttura ospedaliera. Se Roberto Occhiuto e Lucia Di Furia avessero ascoltato il silenzio surreale e magnetico del dolore di quei genitori, forse avrebbero compreso che dietro il sacrificio di Christian vi è un popolo, quello della Locride, non più disposto ad accettare 10/12 ore di attesa di fronte al pronto soccorso, non vuol più attendere 2 ore per l’ arrivo di una autoambulanza senza medico a bordo, non può sentirsi dire che le sale operatorie non funzionano perché qualcosa è guasto, che bisogna rivolgersi alla farmacia per acquistare i medicinali. Se la responsabile ospedaliera e il commissario della sanità avessero compreso il dolore sordo e muto di un padre e di una madre che d’improvviso hanno perso la ragione di vita, solo perché loro due se ne fottono, soprattutto dei più deboli, forse Christian e tutti gli altri che hanno perso la vita, sarebbero ancora tra noi. È il caso che questo dignitoso e indignato silenzio venga condiviso da tutto il popolo, sindaci compresi.