Si ridefiniscono i confini urbani dell’antica Brancaleone (fu Sperlinga). L’insediamento urbano sorge alle spalle del nuovo abitato sulla costa. Sono diverse le ricognizioni eseguite da Sebastiano Stranges (noto ricercatore e scopritore di siti di interesse storico e archeologico sul territorio Calabrese) insieme a Carmine Verduci (presidente della Pro Loco di Brancaleone e appassionato di storia e ricerca). Domenica scorsa infatti, i due, hanno effettuato una ricognizione nella zona nord del vecchio abitato di Brancaleone, area a loro già conosciuta in virtù delle numerose perlustrazioni effettuate per pura passione per la ricerca. La ricognizione, stavolta, ha riguardato i confini del borgo sul lato settentrionale, ai margini delle antiche mura di cinta del complesso urbano. Da questo ne emerge una scoperta sensazionale, che fino a ora non è stata mai rilevata da nessuno, ridefinendo quindi, i confini e la datazione delle mura di cinta dell’insediamento urbano medievale di Brancaleone.
Dalle evidenze emerge un quadro completo che ridisegna i confini e la datazione del sito, in un abito prettamente medievale poco conosciuto sino a oggi.
La zona nord est di Brancaleone Vetus si presenta molto ricca dei ruderi di quelli che erano stati palazzi signorili. In questo contesto, seguendo la cinta muraria che cingeva il castello e l’abitato, abbiamo rinvenuto una torretta a forma semi circolare, poiché di questa torre è visibile solo una parte, l’altra metà è inglobata nella cinta muraria ed è coperta dai crolli delle case.
Il toponimo della zona del ritrovamento è torretta, ma questo toponimo alcuni autori suggeriscono che riguardi un’altra piccola torre in muratura ordinaria, di forma quadrata anch’essa posta alla sommità della cinta muraria in posizione strategica vicino all’ingresso della città, dove ricorre il toponimo porta di Sant’Antonio. Sin dall’antichità furono costruite sui litorali marittimi torri costiere con funzioni di avvistamento contro la pirateria, ma dobbiamo arrivare al X-XI secolo perché esse abbiano una connotazione più specificamente anti saracena. In diverse località dell’Italia meridionale vennero edificate torri di vedetta a difesa dei porti e delle principali città. Furono gli Angioini a pensare a un sistema permanente e completo di difesa e di segnalazione con fumo e fuochi dall’alto di torri collocate in promontori e in vista una dell’altra. Con il Regno delle due Sicilie il sistema torriero fu potenziato, tutte le torri erano a vista l’una dall’altra e comunicavano con fuochi, specchi o con l’uso di uomini a Cavallo detti Cavallari Brancaleone. Nasce come abitato alla fine dell’età del bronzo, infatti sono presenti numerose grotte della facies di Gerace, Locri, siti di janchina, Canale e Stefanelli e di Pantalica nella Sicilia dall’ottavo al settimo secolo avanti Cristo. Nelle vicinanze dell’antico abitato di Brancaleone, sulla strada che porta nella parte bassa a nord, quando realizzarono la strada, sono emerse delle tombe di epoca greca, databili intorno a V sec. a.C., ma il paese si estese e divenne castello nel IX sec. a.C. quando arrivarono i contingenti Armeni di Niceforo Foca (il nonno), per contrastare l’occupazione della Calabria da parte degli arabi.
Brancaleone Vetus, borgo abbandonato alla fine degli anni ’50, non smette di sorprenderci con il lavoro di ricerca e scoperta di emergenze archeologiche che sicuramente inducono a pensare a una seria campagna di studio scientifico che meriterebbe tutta l’attenzione della comunità internazionale per mettere in luce molti aspetti ancora tutte da scoprire e far conoscere, prima che il tempo cancelli ogni traccia.