Presente, intelligenza artificiale e futuro
Di Francesco Teotino – Liceo Classico Ivo Oliveti di Locri
Ho tante passioni nella vita. Una di queste è la lettura, in particolar modo di romanzi e giornali. Oggi leggere i giornali cartacei ti fa sentire agli occhi degli altri come un retrogrado. Non va più di moda andare in edicola e acquistarli. Personalmente, continuo a comprarli quando ne ho voglia. Sarò un passatista ma quella sensazione di avere la carta fra le mani mi piace. Il futuro però è l’Intelligenza Artificiale. Allora è legittimo chiedersi quanto tempo di vita resti al cartaceo e se le nuove tecnologie, come ChatGPT, lo rimpiazzeranno definitivamente.
«Questo processo è già in atto – mi spiega Jacopo Giuca, direttore del quotidiano digitale Métis 2.0. – L’ editoria deve stare al passo coi tempi. Mentre nel passato il giornalista per svolgere il suo lavoro doveva compiere un vero e proprio tour de force, oggi basta un buon portatile e il gioco è fatto.»
Ascoltandolo mi rendo conto che è molto appassionato del suo lavoro e della tecnologia in generale. È seduto su una cattedra dentro un’aula del liceo classico Ivo Oliveti di Locri. Noi aspiranti giornalisti del gruppo Ivo Nous siamo curiosi, così lo interroghiamo e scopriamo che Jacopo è stato un classicista come noi.
Durante la conversazione abbiamo affrontato diversi argomenti: dall’attacco alle Torri Gemelle dell’11 settembre 2001 al 9 gennaio 2007, quando Steve Jobs presentò al mondo il suo nuovo progetto, l’iPhone e, soprattutto, come questi due eventi apparentemente senza alcun punto di contatto tra loro abbiamo in realtà cambiato il modo di fare informazione.
Poi abbiamo discusso di un fenomeno più vicino a noi e assolutamente attuale: l’Intelligenza Artificiale e il ruolo che questa sta assumendo nelle nostre vite a cominciare dal modo di fare letteratura. La scorso gennaio, infatti, un’autrice giapponese, Rey Kudan, vincitrice del premio letterario Akutagawa, è stata duramente criticata per aver scritto parte del suo romanzo utilizzando ChatGPT, come ci racconta Jacopo.
Quindi, in un futuro prossimo, tutti potrebbero fare lo scrittore, basterebbe un semplice abbonamento ad una qualsiasi programma OpenAI? «È quello che sta già succedendo. Questo fenomeno va anche allargandosi in tutti i campi: dalla musica all’arte, dalla politica all’editoria… Questo treno deve essere preso, ragazzi, ma soprattutto dobbiamo utilizzare le nuove tecnologie per la ricerca così da poter migliorare le nostre condizioni di vita; quindi adoperarle con consapevolezza e non sotto mentite spoglie. Se accadesse il contrario sarebbero guai grossi per il genere umano, rischieremmo l’Apocalisse.»
Per ogni cosa nuova c’è sempre timore, come insegna la storia, ma è anche vero che le paure sono state necessarie per affrontare responsabilmente le novità. Questo imperativo categorico che ci costituisce deve essere conservato. Grazie, Jacopo, per aver condiviso la tua esperienza di giornalista. Ringrazio anche il progetto Ivo Nous per avermi dato l’opportunità di conoscere meglio questo nobile mestiere.
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