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Catanzaro: appello per una giustizia sociale e una riqualificazione delle periferie

Dal Comitato stop ghetti

Caro Sindaco Nicola Fiorita, siamo un gruppo di attivisti rom e non rom, che lottano per ristabilire una giustizia sociale che vada oltre l’appartenenza etnica, perché fermamente convinti che i diritti, per essere tali, debbano appartenere a tutti, altrimenti non sono più diritti, ma privilegi. Abbiamo letto il comunicato contro gli atti di violenza avvenuti nella notte di San Silvestro, nel quartiere Viale Isonzo, della periferia sud della città di Catanzaro, e ci rendiamo conto che sono fenomeni molto diffusi in tutto il Paese, da sud a nord, e non soltanto nelle periferie degradate presenti in tutte le città.
Questo non vuole essere assolutamente una giustificazione nei confronti di questi atti di violenza gratuita, che mettono a repentaglio la sicurezza di tanti cittadini. Ma pensiamo che, per risolvere certe problematiche, non bastino i proclami, e che la vicinanza a questi cittadini non possa risolversi con una visita di circostanza. Ci vogliono tempi lunghi, un piano di riqualificazione di certi quartieri e di rigenerazione del tessuto sociale.
Questi territori sono nati male, c’è chi è convinto che le case siano state assegnate, soprattutto ai rom, per un tornaconto personale di alcuni politici, per raccattare una manciata di voti. Sì, una manciata di voti, perché di questo si tratta. È molto facile e avviene dappertutto che le fasce deboli della popolazione siano facilmente ricattabili da politici disonesti. Questi quartieri, nati male, sono peggiorati nel corso degli anni. Oggi rappresentano una vera sfida per chiunque governi la città, sfida purtroppo non raccolta da nessuno. I suddetti quartieri, divenuti ormai dei ghetti, determinano in maniera ineluttabile la vita di chi vi nasce e di chi ci vive, senza nessuna speranza di cambiamento. Cittadini costretti a vivere nel degrado e nell’abbandono, bambini che crescono tra topi e spazzatura, senza avere nessuna visione del bello. Bisogna intervenire con progetti mirati, a breve, medio e lungo termine, in cui il terzo settore sia affiancato dalle agenzie educative istituzionali ma, soprattutto, con un reale controllo sui risultati degli interventi, perché a tutt’oggi i soldi vengono spesi inutilmente, e i cosiddetti e tanto decantati progetti innovativi finiscono nel nulla.
Benché certi delle buone intenzioni del Suo intervento, ci auguriamo che vada oltre l’indignazione fine a se stessa, e che possa rappresentare solo l’inizio di un processo virtuoso di cambiamento.

Foto: icalabresi.it

Redazione

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