Emergenza casa in Calabria: un 2024 di crisi e ingiustizie
Il bilancio di fine anno per il diritto all’alloggio adeguato in Calabria segna un saldo negativo senza precedenti, caratterizzato da assenza di assegnazioni agli aventi diritto e dal degrado dei Settori comunali e regionali di Edilizia Residenziale Pubblica. Questa situazione, denunciata in una nota stampa delle associazioni facenti parte dell’osservatorio reggino sul disagio abitativo, deriva dalla scelta politica di “dismissione della politica degli alloggi popolari”, una decisione che non trova pari in altre regioni italiane.
L’Azienda pubblica regionale che dovrebbe garantire il diritto all’alloggio insieme ai Comuni, è entrata in una fase di declino aggravata dalla riforma regionale avviata nel 2013, che ha eliminato le Aterp provinciali centralizzando i servizi. Tale riforma, prosegue l’osservatorio, accompagnata dalla volontà politica di ridurre progressivamente l’impegno pubblico, ha portato a una gestione inefficace e a un peggioramento delle condizioni di vita per molte famiglie.
Numerosi eventi hanno evidenziato la crisi dell’Aterp Calabria, ma quelli del 2024, per l’osservatorio, sono stati particolarmente significativi. Il 14 febbraio, l’indagine Case Popolari della Procura di Reggio Calabria ha svelato un “mercato illegale degli alloggi” che coinvolgeva funzionari dell’Aterp e del Comune di Reggio Calabria. Successivamente, il 20 dicembre, un’indagine analoga, Sistema Aterp, condotta dalla Procura di Catanzaro, ha confermato dinamiche simili.
Nonostante i fatti emersi a febbraio, si legge nella nota, la Regione non ha preso provvedimenti efficaci per impedire il ripetersi di tali attività illegali. Sarebbe bastato applicare le azioni di verifica e controllo previste dalla legge regionale nº 32/1996, ma queste non sono mai state implementate in modo strutturale. La gestione dell’Aterp Calabria è ulteriormente compromessa dalla riduzione del personale, concentrato soprattutto sulla vendita degli alloggi. Tuttavia, i ricavi di queste vendite non vengono destinati a nuove acquisizioni, determinando una progressiva diminuzione del patrimonio abitativo pubblico.
Anche i Comuni hanno seguito una politica analoga. Il Comune di Reggio Calabria, ad esempio, negli ultimi dieci anni ha assegnato solo 10 alloggi tramite bandi ordinari e 5 per emergenza abitativa, nonostante l’adozione di un regolamento sull’emergenza abitativa nel 2018. Questo regolamento è stato usato principalmente per escludere 301 famiglie dall’assegnazione in modo controverso. Inoltre, l’organico del Settore ERP comunale è rimasto gravemente insufficiente: nel febbraio scorso, nonostante l’assunzione di 126 nuovi funzionari, il personale del settore è stato mantenuto ai minimi, sostituendo soltanto tre funzionari andati in pensione.
Questa situazione, afferma l’osservatorio, ha impedito di effettuare i necessari controlli sui circa 6.000 alloggi ERP presenti, lasciando campo libero al “mercato illegale degli alloggi” e sottraendo case agli aventi diritto. L’attività del Settore ERP si è concentrata prevalentemente sulla vendita degli alloggi, senza un piano per reinvestire i ricavi nell’acquisto di nuove abitazioni.
Con questo bilancio negativo, conclude la nota, si chiude il 2024. Per il nuovo anno, viene lanciato un appello alle famiglie in difficoltà per un rinnovato impegno collettivo volto a garantire il diritto alla casa, elemento fondamentale per una società più giusta e inclusiva.