Costume e SocietàLetteratura

Una promessa d’amore e amicizia: la storia di Marco e Gladuela

Storie d’altri tempi

Di Francesco Cesare Strangio

In linea generale, da parte della donna, erano date in dote la casa e la biancheria come coperte e lenzuoli finemente ricamati. L’uomo, secondo gli usi del luogo, se la cacciava a buon mercato: a lui toccava l’oro e la mobilia.
Quando i fratelli di Gladuela toccarono l’argomento casa, donna Angelina rispose: «Noi siamo venuti per la ragazza e non per la casa. Mio compare Marco, come voi ben sapete, possiede una villa signorile e per tale motivo non occorre che ne sia costruita un’altra per darla in dote alla sposa. La dote di Gladuela è la sua e la vostra dignità.»
I due fratelli rimasero senza parole e, per non venire meno alle tradizioni, pretesero che la sorella portasse in dote la metà del podere.
Il pensiero di Marco andò al tempo della discordia per il confine. Avvedutosi della fesseria compiuta dai rispettivi genitori, concluse: “Ciò che ieri si prospettava alla soglia della mente come logico, oggi si è dimostrato illogico.”
Una volta ultimati i negoziati della dote, mancava solo stabilire la data della prima promessa. La data fu fissata per la fine di agosto giacché prima la famiglia della sorella di Marco era impossibilitata a partecipare. Terminati i dovuti brindisi, a base di liquori, i due si salutarono con l’impegno di rivedersi alla fine di agosto, alle ore dieci, presso l’Ufficio di Stato Civile del Comune. Una volta in macchina, donna Angelina ricevette i complimenti del figlioccio su come aveva condotto il concordato.
La mattina seguente era domenica e, com’era sua abitudine, Marco andò in chiesa. Come sempre Rocco e famiglia erano seduti al solito posto. Don Angelo, quella mattina, si presentò all’altare con la barba incolta. A memoria di Marco una cosa simile non si era mai verificata. Marco prestò attenzione ai movimenti del prete e si convinse che stesse per arrivare l’ora della dipartita. In cuor suo nutriva la speranza che reggesse per celebrare il suo matrimonio. Usciti dalla chiesa, Marco s’intrattenne con la famiglia di Rocco e nell’occasione lo informò del suo fidanzamento con Gladuela Chinnici. Patrizia, nel sentire la notizia, manifestò la sua felicità e disse a Marco: «Non ti permettere di non invitarci il giorno della prima promessa!»
Seguì una risata di tutti i presenti e poi Marco rispose: «A tale proposito, nutrivi dubbi?»
«Scherzavo!»
Tutto finì con un’altra risata.
Rocco era così contento della notizia, che disse: «Vado ad accompagnare la regina e le due principesse e ci vediamo in piazza!»
«Ti aspetto!» rispose Marco.
Marco stava al bar Carducci, quando vide arrivare il gruppo degli amici al completo. Nella notte era rientrato dalla Germania anche Antonio Mezza Salma.
Tutti presero posto al tavolo che tradizionalmente occupavano durante il periodo dell’apprendistato e iniziarono a tracannare birra Peroni, accompagnata con noccioline americane salate.
Quella mattina, il tavolo a cui di solito sedeva don Angelo, era vuoto; l’assenza del prete portò Marco a dire: «Questa mattina don Angelo non mi è piaciuto. Si muoveva con più difficoltà del solito e inoltre aveva la barba incolta. Quando mai una cosa del genere?»«L’ho notato anch’io» aggiunse Rocco.
«Va a finire che il giorno del mio matrimonio non ci sarà lui a celebrarlo.»
«Quale matrimonio?» domandò Salvatore.
«Il mio!» disse Marco.
«La fidanzata l’hai trovata?»
«Certamente!»«Chi è la fortunata?»«Gladuela, la confinante del mio podere.»«Stai scherzando?»
«Abbiamo l’età per scherzare?»rispose Marco.
«Assolutamente no!» rispose Antonio Mezza Salma.
«È tutto ufficiale. Il trenta agosto facciamo la prima promessa e, naturalmente, sarete tutti invitati.»
Dopo l’annuncio della data del matrimonio, toccò a Marco pagare da bere. Rocco era tanto contento che invitò tutti alle ventuno a festeggiare nel suo locale.
Alle ventuno, con la precisione di un orologio svizzero, tutti gli amici erano dentro il bar tabacchi di Rocco Valpreda. Era passata da un bel po’ la mezzanotte, quando finirono i festeggiamenti. Marco mise mano al portafoglio per pagare quanto avevano consumato, Rocco si mise a ridere e disse: «Se permetti, è tutto offerto dalla casa in onore della nostra amicizia… e poi non dimenticare che mi hai svelato il mistero del ventottesimo duello!»
A marco non restò che accettare l’insindacabile decisione dell’amico.
Quando ognuno stava per andare per la propria strada, Mezza Cazzuola s’intrattenne con Marco per comunicargli la propria volontà di comprare il bar-tabacchi della stazione. Marco esitò un istante e poi aggiunse: «Fammi andare a parlare con donna Angelina, voglio sentire come ci consiglia di agire.»

Redazione

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