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Natale nella Locride: un ritorno alla frugalità

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Con l’arrivo della festività dell’Immacolata Concezione, si entra ufficialmente nel periodo natalizio, un momento atteso che segna l’avvio delle tradizionali manifestazioni nei paesi del comprensorio della Locride. Quest’anno, le amministrazioni comunali hanno adottato un approccio diverso, optando per una programmazione che privilegia una distribuzione delle attività lungo le strade dei centri abitati, anziché concentrarsi in grandi eventi di piazza. Questa scelta rappresenta un cambiamento significativo rispetto alle celebrazioni degli anni precedenti.
Negli ultimi anni, i Natali nella Locride erano stati sinonimo di grandi manifestazioni spettacolari e ricche di intrattenimento, come il celebre e ormai iconico Locri on Ice, che presto ha fatto scuola venendo imitato più o meno pedissequamente in tanti centri del comprensorio. Questi eventi, caratterizzati da un forte richiamo turistico e da un’atmosfera vivace, rappresentavano una formula di successo che combinava musica, spettacoli e grandi raduni in piazza, trasformando il periodo natalizio in un’occasione di festa collettiva. Tuttavia, le attuali amministrazioni comunali hanno deciso di intraprendere un percorso differente, puntando su un Natale più sobrio e diffuso, che trova la sua forza non in grandi eventi centralizzati, ma nella bellezza delle luminarie, negli addobbi e in piccoli eventi distribuiti lungo le strade dei diversi paesi.
Questa scelta, pur giustificata ufficialmente da motivazioni legate all’ordine pubblico, sembra andare ben oltre le questioni organizzative. Essa risponde a un’esigenza più profonda e condivisa: il desiderio di recuperare un senso di comunità e di convivialità autentica, che rischiavano di perdersi in un modello di festa sempre più spettacolare e, forse, distante dalle vere radici del Natale. In questo modo, si assiste a una sorta di ritorno alla frugalità e alla semplicità di un tempo, un approccio che rievoca i valori più tradizionali e genuini delle festività natalizie, in netto contrasto con la concezione consumistica che sembrava essersi affermata negli ultimi anni.
Questo nuovo corso, non a caso inaugurato in tanti centri abitati dell’intera Penisola e non solo nella Locride o in Calabria, non si limita a creare un’atmosfera più intima e raccolta, ma potrebbe anche rappresentare un vantaggio concreto per i contribuenti. Con una programmazione meno costosa e più radicata nel territorio, si punta a ridurre il peso delle spese pubbliche senza rinunciare alla magia del Natale. Luminarie, decorazioni suggestive e iniziative locali ben organizzate possono offrire un’esperienza natalizia altrettanto coinvolgente, evitando di far sentire escluse le periferie e con costi decisamente più sostenibili rispetto ai grandi eventi di portata regionale, creando un equilibrio tra bellezza e sobrietà.
Un plauso va dunque alle amministrazioni comunali che hanno avuto il coraggio di raccogliere questa sfida, dimostrando una visione che va oltre le logiche tradizionali del consumo e dell’ostentazione. Queste amministrazioni hanno scelto di privilegiare il valore delle tradizioni locali, la bellezza delle piccole cose e il benessere della comunità, piuttosto che cedere alla tentazione di eventi grandiosi e costosi che, pur offrendo intrattenimento, rischiavano di appiattire lo spirito autentico del Natale. Con una decisione che mette al centro la sobrietà, l’inclusione e il senso di appartenenza, queste realtà locali hanno scelto di costruire un Natale che parla alla gente, che riscopre la convivialità e il legame con la propria terra, in un modo che non è mai stato solo legato alla frenesia del consumo.
Ora non resta che osservare cosa riserverà questo nuovo approccio. Sarà interessante seguire l’evoluzione di questo modello e come le comunità reagiranno a un Natale che, pur senza rinunciare alla bellezza e al fascino delle luci, preferisce una proposta più intima e autentica. Mi auguro che questo cambiamento possa consolidare un modello natalizio che sappia coniugare armoniosamente sobrietà, bellezza e partecipazione collettiva, creando un momento di incontro che coinvolga tutti i cittadini della Locride, dai più piccoli ai più grandi, dai residenti ai visitatori. Sarà una sfida, ma anche un’opportunità per dimostrare che il vero spirito del Natale non sta nel consumo, ma nel valore della comunità che sa condividere momenti di gioia, solidarietà e crescita insieme.

Jacopo Giuca

Nato a Novara in una buia e tempestosa notte del giugno del 1989, ha trascorso la sua infanzia in Piemonte sentendo di dover fare ritorno al meridione dei suoi avi. Laureatosi in filosofia e comunicazione, ha trovato l’occasione di lasciarsi il nord alle spalle quando ha conosciuto la sua compagna, di Locri, alla volta del quale sono partiti in una altra notte buia e tempestosa, questa volta di novembre, nel 2014. Qui ha declinato la sua preparazione nella carriera giornalistica ed è sempre qui che sogna di trascorrere la vecchiaia scrivendo libri al cospetto del mare.

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