Di Ernesto Siclari – Garante dei Diritti delle Persone con Disabilità della Regione Calabria
Ieri è stata la giornata mondiale delle persone con disabilità…, ma lo deve essere anche oggi.Può apparire retorico, ma la Giornata mondiale sulla disabilità assume vero significato soltanto se serve a scalfire l’indifferenza, se l’intento dell’organismo che l’ha istituita (l’Organizzazione delle Nazioni Unite) trova un percorso di crescita culturale concreto, rimanendo altrimenti pura e sterile forma. Dal 1981, il 3 dicembre di ogni anno ci vede impegnati a celebrare una giornata come tante per le persone con disabilità, perché, fuori dalla semplicistica polemica, domani è un altro giorno per la comunità, ma per le persone fragili tornerà a essere la solita vita di sofferenza, isolamento, dolore.
Vero è che il nostro Paese sta finalmente recependo la linea disegnata dalla comunità internazionale, dando vita a un’opera di riforma normativa senza precedenti, in una rinnovata ottica multidisciplinare, così come la Regione Calabria ha dato giusto seguito per quanto di propria competenza, proseguendo la filiera virtuosa prevista dal legislatore; tuttavia non basta lo sviluppo precettistico a risolvere i problemi quotidiani che affliggono il territorio; la carenza e la mancanza di erogazione dei servizi previsti dalla legge resta tale se non vengono messe in atto tutta una serie di attività concrete e non si realizza quella rete, che deve vedere lavorare in sinergia tutti i soggetti che operano dell’ambito della disabilità: partendo dalla programmazione, dalla stima e dalla allocazione delle risorse, dalla progettazione fino alla concreta realizzazione dei servizi, attraversando il mare magnum della burocrazia, le carenze di personale qualificato, la mancanza di professionalità interna agli enti, tutte lacune che rallentano e a volte purtroppo arrestano il percorso, configurandosi come anelli deboli di una catena di trasmissione già vecchia e logora.
Mettersi in linea con la normativa significa capacità di ascoltare, sensibilità maggiore, studi approfonditi in tema di supporto e sostegno, specializzazione e preparazione; significa collaborazione, dialogo tra soggetti coinvolti: enti e terzo settore devono viaggiare su un binario di rispetto e partecipazione, ciascuno per le proprie competenze, coadiuvandosi nell’interesse delle persone e delle famiglie. Questo aspetto è essenziale per guardare fuori dalla finestra con una nota di speranza nel futuro della nostra terra.
L’istituzione del 3 dicembre promuove i diritti e il benessere delle persone con disabilità, ribadendo il principio di uguaglianza e la necessità di garantire loro la piena ed effettiva partecipazione alla sfera politica, sociale, economica e culturale della società, ma se non vogliamo che tutto questo non resti ipocrita utopia, serve rimboccare le maniche della nostra volontà di calabresi, ripartire dall’aspetto culturale e promozionale, ma puntare lo sguardo verso la concretezza, l’impegno quotidiano, il lavoro prezioso prestato in riscontro all’urlo di dolore, al richiamo di soccorso alla solitudine della singola persona che aspetta il 4 di dicembre per capire se qualcosa stavolta potrà cambiare davvero.