“Fuori i Veleni”: un’ulteriore denuncia per la gestione dei rifiuti pericolosi a Crotone
Il Comitato Fuori i Veleni. Crotone vuole vivere torna a denunciare la situazione legata alla gestione dei rifiuti pericolosi nel territorio di Crotone, riportando una nuova comunicazione di Eni Rewind che conferma il continuo stazionamento dei veleni nella regione. In una lettera inviata pochi giorni fa agli enti interessati, tra cui la Procura della Repubblica di Crotone, il Responsabile del programma Sicilia-Calabria di Eni, Stefano Lifone, ha informato che l’avvio delle attività di scavo del Progetto Operativo di Bonifica Fase 2 avverrà a partire da gennaio 2025 tramite l’utilizzo dell’impianto D15 per il deposito temporaneo dei rifiuti pericolosi. Successivamente, a partire dalla seconda metà del 2025, si prevede l’attivazione di un canale di smaltimento estero per i rifiuti, come “soluzione complementare” al conferimento presso la discarica Sovreco.
Questa comunicazione, secondo il Comitato, conferma la permanenza dei rifiuti pericolosi a Crotone, nonostante le dichiarazioni precedenti di Eni, che per anni aveva sostenuto che non ci fossero impianti fuori dalla Calabria. Il Comitato solleva una seria critica su come Eni abbia solo ora annunciato la disponibilità di impianti all’estero, nonostante l’Ispettorato nazionale per la Sicurezza Nucleare avesse certificato la loro esistenza già nel 2021.
Il contesto di questa nuova dichiarazione viene messo in relazione con una diffida inviata dal direttore generale del Ministero dell’Ambiente, Luca Proietti, il 24 settembre 2024, in cui veniva sollecitato l’inizio delle attività di bonifica utilizzando il deposito D15 all’interno dell’ex sito industriale Pertusola Sud, struttura che ha visto un investimento di circa 6 milioni di euro. Il Piano di Area Unitaria di Recupero, creato nel 2019, subordina l’uso di tale deposito solo al momento in cui venga individuato un impianto di destinazione finale fuori dalla Calabria, per evitare che il D15 diventi una discarica permanente di veleni.
Tuttavia, nonostante le azioni legali e le diffide, la Regione Calabria non ha ancora avviato le procedure per superare il PAUR. L’assenza di soluzioni per l’uscita dei rifiuti pericolosi dalla Calabria viene evidenziata dal fatto che nel 2024, mentre il Comitato denunciatore chiede una risoluzione del problema, Eni continua a tergiversare e a fare riferimento alla discarica Sovreco, nonostante la dichiarazione dell’Amministratore Delegato che aveva confermato che la discarica non è in grado di ricevere rifiuti contenenti amianto.
Il Comitato critica fortemente la gestione di Eni e sollecita l’intervento del Ministro dell’Ambiente affinché si acceleri la bonifica e si avviino immediatamente le operazioni di smaltimento dei rifiuti all’estero. A questo proposito, viene ribadito che l’annuncio di Eni riguardo alla disponibilità di impianti esteri non deve essere un altro alibi per procrastinare la bonifica, ma deve segnare l’inizio di azioni concrete. Inoltre, viene richiesto al generale Emilio Errigo di fornire alla Procura della Repubblica tutte le informazioni necessarie per garantire il rispetto delle normative e tutelare il territorio.
Il Comitato conclude con un appello per un’informazione corretta e trasparente riguardo alla situazione, denunciando l’uso di risorse pubbliche destinate al risarcimento del danno ambientale, che secondo il Comitato gravano inutilmente sui cittadini crotonesi. Non è più accettabile lasciare i veleni a Crotone, e la comunità continua a chiedere risposte concrete, tempestive e definitive.
In sintesi, il Comitato Fuori i Veleni denuncia con forza l’ulteriore procrastinazione della bonifica a Crotone e chiede l’attivazione immediata delle procedure per il trasferimento dei rifiuti pericolosi fuori dalla Calabria, come previsto dalle normative e dagli impegni presi da Eni.