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Crotone: cinque anni di immobilismo e la sfida del Comitato fuori i veleni

Dal Comitato Fuori i Veleni. Crotone vuole Vivere

Ecco arrivare il colpo di scena, nel teatro dell’assurdo:
“Gli impianti autorizzati per smaltire i rifiuti pericolosi fuori dalla Calabria, ci sono!”
A dichiararlo è la stessa Eni Rewind che, in cinque anni, se si fa riferimento al Decreto Ministeriale nº 7 del 3 marzo 2020, ha omesso di avviare la bonifica sostenendo che non vi fossero impianti autorizzati a smaltire i veleni fuori dalla Calabria come imposto dal Provvedimento Autorizzatorio Unico Regionale.
Cinque anni persi, che oggi avrebbero consegnato alla città ciò che gli spetta di diritto: un ambiente più sano. Cinque anni senza che nessuno degli Enti locali preposti (Comune, Provincia e Regione) denunciasse lo stallo di Eni. Né un sollecito, né una diffida, né una denuncia da parte del Comune di Crotone, della Provincia di Crotone e della Regione Calabria che sono rimasti inermi e in religioso silenzio.
Anzi, paradossalmente, hanno reagito in contrapposizione al Comitato fuori i veleni. Crotone vuole vivere invece di mettersi alla testa di questa battaglia.
Ricorderete bene il braccio alzato del Sindaco Voce, in Consiglio Comunale, per votare contro la proposta dei Consiglieri comunali di minoranza, componenti del Comitato, di denunciare Eni per omessa bonifica. Il Sindaco, non solo disse no ma aggiunse: «E perché il Sindaco dovrebbe denunciare Eni? Può farlo, benissimo, un semplice cittadino.»
Il Comitato ha sempre sostenuto che quello della mancanza di impianti in Italia e all’estero, per smaltire i veleni, era un argomento falso, utilizzato per raggirare la legge al solo scopo di lasciare i veleni a Crotone realizzando così una operazione di risparmio miliardaria a favore di Eni.
Noi, a differenza del Sindaco, non avevamo bisogno che fosse Eni a dichiarare che gli impianti e le discariche ci sono, in diversi Paesi europei. Bastava leggere le relazioni degli Istituti scientifici o anche le mail, pubblicate da Ispettorato Nazionale per la Sicurezza Nucleare e allegate ai verbali della Conferenza dei Servizi, della Geiger e della Mit Ambiente, che davano disponibilità a trattare i rifiuti in Germania ed anche nei Paesi Bassi, datate 2021.
Atti che cristallizzato la responsabilità di Eni di mancata bonifica e l’intenzione di lasciare i veleni a Crotone con l’avallo di chi in questi anni non ha agito per vie legali come avrebbe dovuto fare.
Abbiamo assistito a oltre un anno di sceneggiata, che meriterebbe la ribalta di un palcoscenico teatrale se non fosse che i protagonisti sono rappresentanti dello Stato e delle Istituzioni e che a subirne le conseguenze sono la città di Crotone, i cittadini e il territorio.
Il Comitato fuori i veleni. Crotone vuole vivere si è battuto sin dalla sua nascita per contrastare ogni tentativo di raggirare il Piano di Bonifica approvato con DM nº 7 del 3 marzo 2020 (Progetto Operativo di Bonifica fase 2).
Le iniziative del Comitato sono state molteplici e costanti e hanno finora contribuito a impedire operazioni ingannevoli per la città di Crotone e per la popolazione.
Senza le iniziative e le denunce pubbliche del Comitato sarebbe passata nel silenzio un’operazione ingannevole e affaristica colossale e Crotone condannata a essere per sempre città dei veleni.
Non sono mancati e non mancano tentativi di intorbidire le acque e di discreditare il Comitato il cui ruolo evidentemente non era nelle previsioni di quanti pensavano di poter agire indisturbati alle spalle della popolazione per far prevalere gli interessi della grande multinazionale.
Eni deve avviare subito la bonifica nel rispetto della legge ora che viene fuori, anzi si conferma quanto sostenuto dal Comitato sin dall’inizio, ovvero che ci sono almeno “dieci discariche potenzialmente compatibili con le esigenze del progetto di bonifica ubicate in Svezia, Germania, Austria, Finlandia”.
Su quanto si è verificato in questi mesi si impone una riflessione per tutti: nessuno escluso!
In primo luogo per il Commissario alla bonifica Emilio Errigo, persona per bene come anche la sua storia testimonia, il cui ruolo abbiamo sempre ritenuto importante e le cui posizioni, seppur non condivisibili, abbiamo rispettato.
Il dubbio che si sia volutamente rappresentato un quadro di difficoltà insormontabile, ad avere e trovare discariche e impianti autorizzati a smaltire i veleni in Italia e/o all’estero oggi trova conferma e dà ragione a quanto sostenuto dal Comitato.
Chi ha indotto il Commissario Errigo a sostenere la tesi della mancanza di discariche fuori dalla Calabria per cui sarebbe stata necessaria una soluzione in discarica ubicata a Crotone?
La risposta a questo interrogativo è importante per ovvie ragioni.
Per questo sarebbe interessante conoscere il pensiero e le valutazioni del Commissario Errigo in proposito. Siamo sicuri che non avrà alcuna difficoltà o esitazione a farlo.
Sarebbe anche questo il modo per collocare su un terreno giusto la complessa problematica della bonifica riconquistando la necessaria fiducia in un clima di trasparenza, per recuperare così i ritardi accumulati e spingere Eni a fare il proprio dovere nel rispetto della legge e della città di Crotone.
Non si chiede altro!
Il Comitato continuerà a battersi con determinazione, chiarezza e convinzione su questa linea.

Redazione

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