Maxiprocesso Eureka: revocati i sequestri a due coniugi di Casignana
Il tribunale di Reggio Calabria, decidendo in sede d’appello, in accoglimento delle argomentazioni difensive rappresentate dall’avvocato Antonio Femia, ha disposto la revoca del sequestro di beni riferibili ai coniugi M.S. e G.A., genitori di un imputato coinvolto nel maxiprocesso denominato Eureka che, tra l’altro, ha condotto alla cattura degli esponenti di un sodalizio criminoso dedito al narcotraffico internazionale e al riciclaggio e reimpiego dei relativi proventi.
Dall’ordinanza del tribunale reggino si evince la restituzione agli appellanti dell’intera somma di conto corrente postale e di tre terreni agricoli, frazionati in colture di uliveto, vigneto e seminativo, in uno dei quali risulta la presenza di un fabbricato diruto, tutti siti nel comune di Casignana.
Con altro provvedimento, i giudici reggini hanno ridotto il sequestro di un libretto postale cointestato alla signora G.A. e al figlio M.A., disponendo la restituzione dell’eccedenza all’appellante.
Nelle motivazioni della prima ordinanza i magistrati hanno accolto le osservazioni difensive fondate sul contenuto di una serie di documenti, con i quali si è dimostrato la liceità del denaro degli appellanti presente sul conto e dal quale sono stati prelevate le somme per l’acquisto di un bene immobile, in quanto riferibili a una “più ampia giacenza accumulata per effetto di bonifici emessi per pagamento di fatture di vendita di prodotti agricoli o relativi contributi all’Agenzia della Regione Calabria per le Erogazioni in Agricoltura.”
Nel secondo, parziale, dissequestro, il tribunale ha ritenuto che la somma da restituire all’appellante equivaleva a quella degli accrediti pensionistici, non escludendo che il figlio cointestatario “possa aver veicolato sul conto, eventualmente tramite terzi all’uopo delegati, somme accumulate nell’attività criminose commesse fin quando era in libertà.”