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“Il dolore di chi resta”: una battaglia per il sostegno alle famiglie delle vittime di femminicidio

In occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, celebrata il 25 novembre, emerge con urgenza la necessità di porre l’attenzione sui famigliari delle vittime di femminicidio e stragi famigliari. Madri, padri, figli, fratelli e sorelle, la cui vita viene irrimediabilmente sconvolta, vivono un dolore che supera la perdita, spesso acuito dall’indifferenza istituzionale e dalla mancanza di supporto adeguato.
Il trauma di chi resta si traduce in una lotta emotiva e sociale, aggravata dall’assenza di risposte tempestive. Portano il peso di una tragedia devastante, intrisa di senso di colpa, rabbia e impotenza, mentre lo Stato fatica a garantire un percorso di riparazione e rinascita. Secondo i dati dell’Istituto nazionale di Statistica, il numero di femminicidi in Italia rimane allarmante, ma poco si parla di coloro che devono convivere con il dolore, amplificato dalla carenza di risorse psicologiche, sociali e normative.
Particolarmente vulnerabili sono i figli delle vittime, costretti a ricostruire una normalità o a rischiare di essere sopraffatti dal trauma. L’assenza di interventi strutturati perpetua un isolamento che non trova spazio in una società civile.
In questo contesto, si accoglie con favore la proposta del Presidente del Consiglio regionale della Calabria, Filippo Mancuso, di istituire un Garante nazionale per la tutela delle vittime di reato. Tale figura, dotata di poteri concreti, potrebbe rappresentare un supporto essenziale per restituire fiducia e dignità a chi è colpito da queste tragedie.
Attraverso il libro Sangue del mio Sangue, si è dato spazio a queste storie, portando alla luce la realtà dei famigliari delle vittime e la necessità di colmare il vuoto lasciato dal sistema. L’esempio della strage di Buonvicino sottolinea come il dolore possa diventare insostenibile in assenza di interventi istituzionali.
Già nel 2021, durante un’audizione presso la Commissione consiliare contro la ‘ndrangheta della Regione Calabria, è stato presentato il progetto Il dolore di chi resta, volto alla creazione di un centro multidisciplinare per il sostegno psicologico e sociale delle famiglie delle vittime. La proposta prevedeva anche un Tavolo Tecnico Permanente per promuovere iniziative nazionali e sostenere una legislazione concreta, ma, nonostante il consenso, il progetto non ha avuto seguito operativo.
Nel 2022, in un’audizione al Senato e durante la presentazione del libro a Diamante, il senatore Ernesto Magorno ha avanzato un’interrogazione parlamentare, sottolineando l’urgenza di un piano nazionale per il sostegno ai famigliari delle vittime. L’auspicio è che la proposta di Mancuso segni un passo decisivo, affinché il Garante nazionale diventi una realtà sostenuta da Parlamento e Governo.
L’ascolto di chi ha vissuto questi drammi è essenziale per costruire interventi autentici ed efficaci. Il dolore di chi resta non può più essere ignorato, ma deve essere accolto come un richiamo a edificare una giustizia più vicina alle persone, basata su azioni concrete che restituiscano fiducia nelle istituzioni e garantiscano un futuro più equo.

Francesca Sabatini

Giornalista d’assalto e senza peli sulla lingua, Francesca sarebbe disposta davvero a tutto pur di raccontare la verità. La sua esperienza nel settore dell’audiovisivo ne fa una professionista a tutto tondo, ma è nell’elaborazione dei testi che la Sabatini dà il meglio di sé. Mente brillante al servizio di un territorio che intende “rovesciare come un calzino”, non c’è stenografo che possa tenerle testa o opinionista da salotto che possa leggere le sfumature della realtà politica locale come lei ci ha abituato a fare. Il suo sogno? Essere la prima a raccontare l’incontro con una civiltà aliena.

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