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«Il Museo è della comunità»: il rilancio di Locri Epizphiri tra valorizzazione e partecipazione

Quattro chiacchiere con…

Il Museo e Parco Archeologico Nazionale di Locri Epizephiri rappresenta un patrimonio di inestimabile valore storico e culturale per la Calabria e l’intero Paese. Negli ultimi anni, grazie a una visione strategica chiara e a interventi mirati, il sito ha avviato un processo di rinnovamento che ne sta trasformando l’identità.
Ne abbiamo parlato con la direttrice Elena Trunfio, che ci illustra i risultati raggiunti e i progetti futuri, soffermandosi sull’importanza del coinvolgimento della comunità.
Qual è oggi la situazione del Museo di Locri e quale interesse riscontra nel pubblico?
Il nuovo allestimento del Museo di Locri, inaugurato recentemente, ha rappresentato una svolta importante per la valorizzazione del sito. Sono stati avviati numerosi interventi, sia strutturali sia legati alla ricerca, tutti inseriti in una visione strategica unitaria. L’obiettivo è rendere il parco accessibile sia fisicamente sia cognitivamente, abbattendo le barriere che oggi impediscono a tutti i visitatori di fruire pienamente dello spazio. Nel corso degli ultimi tre anni, la crescita è stata tangibile, sia in termini di presenze sia di integrazione con il territorio. Il raffronto con i dati del 2019, quindi pre-pandemia, evidenzia un significativo aumento dei visitatori, ma il dato più rilevante riguarda il rafforzamento del rapporto con la comunità locale. Il museo, infatti, è della comunità e il lavoro svolto mira a rafforzare questo legame.
Le iniziative culturali come il Caffè storicamente corretto sono un esempio di questa integrazione?
Assolutamente sì. Il progetto, nato dalla collaborazione con il Circolo di Studi Storici Le Calabrie, ha ottenuto un riscontro molto positivo, grazie a un approccio divulgativo che ha reso accessibili le ricerche scientifiche a un pubblico più ampio. Il ciclo di incontri, che si concluderà a dicembre, ha trattato tematiche di ampio respiro, spaziando dall’archeologia alla storia e alla storia dell’arte, con interventi di qualità da parte di esperti. La formula è stata apprezzata sia dagli studiosi, che hanno potuto condividere il loro lavoro, sia dal pubblico, che ha avuto l’occasione di avvicinarsi a queste tematiche. Valuteremo di proseguire anche l’anno prossimo, perché questa iniziativa ha davvero creato un ponte tra il museo e la comunità.
Qual è il ruolo delle scuole e delle associazioni nella vita del museo?
Il coinvolgimento delle scuole è ampio e non si limita al territorio provinciale. Studenti da tutta la Calabria, e in alcuni casi anche dalla Sicilia e dalla Puglia, visitano regolarmente il museo. Accanto a questo, i laboratori mensili, destinati a bambini e adulti, hanno creato una comunità di utenti affezionati. Ogni mese, le persone sanno che qui troveranno un’attività dedicata a loro. Le associazioni locali, come l’ArcheoClub di Locri, giocano un ruolo fondamentale, organizzando visite guidate, seminari e incontri in collaborazione con il museo. Questo dialogo continuo con le realtà territoriali ha favorito l’identificazione della comunità con il museo stesso, un risultato che considero uno dei più importanti, perché il museo deve essere un luogo partecipato.
E fuori dalla Calabria? Come viene percepito il Museo di Locri?
Quando parliamo di Locri fuori regione, riscuotiamo sempre grande interesse. Un esempio recente è la partecipazione alla Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico di Pæstum, dove è stato presentato il progetto del nuovo parco. L’evento ha registrato un’ottima accoglienza, soprattutto da parte di professionisti della cultura e del turismo. Tuttavia, il problema principale resta la difficoltà della Calabria di posizionarsi come destinazione turistica attrattiva. C’è ancora un pregiudizio di fondo verso questa regione, anche se chiunque visiti la Calabria, e Locri in particolare, non rimane mai deluso. I commenti dei visitatori, infatti, sono molto positivi, con un crescente apprezzamento per il valore storico e culturale del nostro sito archeologico.
Quali sono le prospettive future del Parco Archeologico di Locri Epizephiri?
Il futuro del parco passa attraverso la ricerca scientifica, la valorizzazione del territorio e una maggiore fruibilità. La collaborazione con università come Torino e Bologna è centrale per i nuovi progetti, tra cui il secondo lotto di riqualificazione del parco, che segue l’avvio imminente del primo lotto. Il 2025 vedrà nuovi cicli di incontri e attività culturali per mantenere vivo l’interesse del pubblico, mentre i cantieri saranno aperti ai visitatori per garantire trasparenza e coinvolgimento. I fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza permetteranno interventi sull’accessibilità e sull’efficientamento energetico, con l’obiettivo di consegnare entro l’estate una nuova visione del parco, arricchita da spazi per eventi e attività all’aperto. Insomma, con un’attenta programmazione e a una visione strategica condivisa, il Museo può diventare un modello di integrazione culturale e valorizzazione del patrimonio. Il lavoro con le comunità locali, le scuole e le associazioni, insieme alla crescente visibilità nazionale e internazionale, sta proiettando Locri verso un futuro sempre più luminoso.

Foto: avveniredicalabria.it

Jacopo Giuca

Nato a Novara in una buia e tempestosa notte del giugno del 1989, ha trascorso la sua infanzia in Piemonte sentendo di dover fare ritorno al meridione dei suoi avi. Laureatosi in filosofia e comunicazione, ha trovato l’occasione di lasciarsi il nord alle spalle quando ha conosciuto la sua compagna, di Locri, alla volta del quale sono partiti in una altra notte buia e tempestosa, questa volta di novembre, nel 2014. Qui ha declinato la sua preparazione nella carriera giornalistica ed è sempre qui che sogna di trascorrere la vecchiaia scrivendo libri al cospetto del mare.

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