Costume e Società

La Famiglia Marrapodi di Bovalino

Di Antonio Ardore

La Famiglia Marrapodi è originaria di Careri e qui rimane fin quando Don Gaspare Marrapodi, divenuto parroco della chiesa matrice Santa Maria della Neve a Bovalino Superiore (dal 1741 al 1763), e i suoi famigliari vennero ad abitare a Bovalino Superiore. Dopo che i Borbone conquistarono il Regno di Napoli nel 1735, questi sciolsero tutte le confraternite religiose, in quanto si pensava che la gente potesse seguire più le loro direttive piuttosto che quelle del feudatario.
Nel 1752, quando ci fu il Regio Decreto e si poterono rifare le confraternite, Monsignore Cesare Rossi, Vescovo di Gerace dal 1750 a 1755, il 12 luglio 1752 permise nella Locride di rifare le confraternite Don Gaspare Marrapodi, a proprie spese, acquistò a Napoli l’attuale statua lignea dell’Immacolata, esposta nella cappella di destra della chiesa madre.
Con l’occupazione francese del regno di Napoli (dal 1806 al 1815) come primo effetto ci fu l’obbligo ai vari feudatari di lasciare i possedimenti e ritornare alle città d’origine. Primo sindaco post feudalesimo fu Francesco Antonio Marrapodi, che governò nell’anno 1809.
La Famiglia aveva costruito, alla fine del ‘700, il palazzo nel rione Guarnaccia, non più abitato e diroccato. Il trasferimento della Famiglia alla marina di Bovalino avvenne, come per tutte le altre famiglie borghesi, dopo l’anno 1871, in cui giunsero da Bianco a Bovalino i lavori di realizzazione della strada ferrata. Il palazzo si trova nell’area detto un tempo Largo Scinoso, che distava pochi metri dalla Torre Scinosa e anche altri palazzi, tra cui quelli di Spagnolo e Stranges, che vennero costruiti attorno alla torre.
Dopo il terremoto del 1908, l’amministrazione Giuseppe Calfapetra, su consiglio di Francesco Marrapodi, chiese di abbattere la torre (1605-1912) per adibire uno spazio a riparo del popolo in caso di terremoti. Ma questa era solo una scusa: la verità era che la torre copriva la visuale ai palazzi attorno. L’ultima foto della torre Scinosa è quella del 1912, appartenuta al Marrapodi che, dopo, questi regalò al commerciante Tommaso Ruffo.
Il palazzo alla marina ha uno splendido portale in pietra dura con la lunetta in ferro battuto e il logo FM (da Francesco Marrapodi), che costruì il palazzo. Ultimamente vi vivevano due sorelle, una maestra vedova senza figli e la sorella nubile, morta qualche anno fa e da allora non è più abitato.
C’è da dire che anche negli altri palazzi che attorniano la piazza Gaetano Ruffo (Spagnolo e Stranges) non abita più nessuno. Si aspetta di assistere alla fine dei lavori del palazzo Spagnolo.

Redazione

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