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Giuseppe Fontana: «Sogno una Locri che cresce e una comunità che non emigra»

Quattro chiacchiere con…

Il sindaco di Locri, Giuseppe Fontana, ci racconta i progressi e le sfide affrontate dalla sua amministrazione nel primo anno e mezzo di mandato. Con un’attenzione particolare alla continuità con i progetti avviati dalla precedente giunta, il sindaco traccia un bilancio delle iniziative intraprese per migliorare la qualità della vita dei cittadini e promuovere lo sviluppo economico e turistico della città, raccontandoci la sua visione di crescita collettiva per il territorio e il suo sogno di arginare l’emigrazione giovanile realizzando un centro attrattivo per investitori e turisti.
Il tuo primo anno e mezzo da sindaco è stato segnato dalla prosecuzione di importanti progetti di restyling urbano già avviati dall’amministrazione precedente. Quali sono i principali benefici per i cittadini e per il tessuto economico della città? E cosa possiamo aspettarci dal futuro?
Concordo pienamente con l’idea di continuità, un aspetto che abbiamo spesso sottolineato anche durante la campagna elettorale. Questa amministrazione vuole proseguire il buon lavoro fatto nei dieci anni precedenti dalla giunta Calabrese, per rendere Locri sempre più moderna, innovativa e inclusiva. Attualmente, abbiamo 16 cantieri aperti in diverse zone della città, che puntano a renderla più accessibile e presentabile, sia per i turisti sia per possibili investitori. Uno dei nostri principali obiettivi è, infatti, attrarre nuovi imprenditori per migliorare la ricettività, un settore che riteniamo strategico per lo sviluppo locale.
La gestione del cimitero continua a essere oggetto di critiche. Quali passi sono stati fatti per affrontare i problemi emersi in passato? E come rispondi alle critiche?
Rispetto al passato, oggi abbiamo un luogo ordinato, pulito e, soprattutto, regolato. Abbiamo introdotto tariffe trasparenti e regole che valgono per tutti, permettendo ai cittadini di conoscere in anticipo i costi per lavori come tumulazioni, riparazioni e miglioramenti. In aggiunta, sono in procinto di partire i lavori di ampliamento del cimitero, che dovrebbero concludersi nei primi mesi del 2025. Abbiamo anche ottenuto un finanziamento di 560.000 euro dalla Regione per opere di miglioramento che non rientrano nel progetto iniziale. Penso che i cittadini possano notare il miglioramento della gestione, anche se l’opposizione solleva dubbi sulle procedure, ma posso garantire che sono state eseguite nel rispetto delle norme.
La sanità continua a essere una questione centrale, per i locresi. Quali interventi sono al vaglio per migliorare l’accesso e la qualità dei servizi sanitari?
Negli ultimi dieci anni abbiamo assistito a una serie di chiusure di reparti e carenza di personale e attrezzature. Oggi la situazione è nettamente migliorata: a parte l’urologia, tutti i reparti hanno un primario e l’arrivo delle brigate di medici cubani, una scelta che considero temporanea, hanno dato respiro ai nostri medici italiani. C’è grande attenzione da parte della Regione Calabria e del direttore sanitario, e siamo fiduciosi in un percorso di risanamento importante. Inoltre, la Regione ha incrementato i fondi per la riqualificazione del nostro ospedale, portandoli a 40 milioni di euro, e stiamo completando il nuovo reparto di oncologia grazie alla solidarietà dimostrata dal nostro territorio nella partecipazione attiva al progetto NOLE.
Venendo alla situazione economico-sociale di Locri, quali misure sono state implementate dall’amministrazione per affrontare le difficoltà e promuovere sviluppo e inclusione?
L’ambito sociale è un settore prioritario per noi. Con la conferenza dei sindaci abbiamo programmato una serie di misure per famiglie, anziani, disabili e migranti, includendo servizi come il centro per la famiglia e il Pronto Intervento Sociale H24 per tutte le emergenze. Collaboriamo anche con l’Azienda Sanitaria Provinciale per l’assistenza socio-sanitaria, cercando di rispondere a una serie di bisogni crescenti. Recentemente abbiamo aperto il primo centro diurno per disabili mentali, anche se è chiaro che ne servirebbero altri. Con le risorse disponibili, stiamo cercando di non tralasciare nulla e di utilizzare al massimo i fondi per rispondere alle urgenze sociali del territorio.
Al momento dell’insediamento, la vostra squadra aveva una visione chiara per il futuro di Locri. Ora che siete pienamente operativi, come avete rimodellato quel sogno?
Una delle parole chiave è certamente turismo, ma con un progetto concreto alle spalle. Siamo felici di annunciare che sono partiti i lavori per la Città del Mare, il progetto più ambizioso che abbiamo sul territorio, con un investimento di quasi 11 milioni di euro. Abbiamo completato anche la progettazione del nuovo Lungomare. Tutto questo in sinergia con il parco archeologico e il museo, perché vogliamo che la modernità si intrecci con il nostro glorioso passato. Spero che questa crescita possa essere condivisa da tutti i comuni limitrofi, per costruire un territorio capace di intercettare le nuove opportunità, come il crescente flusso di turisti che transita dall’aeroporto di Reggio Calabria. Abbiamo bisogno di una crescita collettiva per creare lavoro e fermare l’emigrazione giovanile, costruendo una Locri che sappia valorizzare i suoi talenti e attrarre investimenti.

Jacopo Giuca

Nato a Novara in una buia e tempestosa notte del giugno del 1989, ha trascorso la sua infanzia in Piemonte sentendo di dover fare ritorno al meridione dei suoi avi. Laureatosi in filosofia e comunicazione, ha trovato l’occasione di lasciarsi il nord alle spalle quando ha conosciuto la sua compagna, di Locri, alla volta del quale sono partiti in una altra notte buia e tempestosa, questa volta di novembre, nel 2014. Qui ha declinato la sua preparazione nella carriera giornalistica ed è sempre qui che sogna di trascorrere la vecchiaia scrivendo libri al cospetto del mare.

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