Il Dialog Festival tra riflessioni sul Mediterraneo, conflitti e il ruolo dell’informazione
Il Dialog Festival di Casignana, svoltosi durante l’estate, ha rappresentato un momento di riflessione e di confronto su temi di grande attualità e rilevanza internazionale. L’iniziativa, promossa all’interno dello spazio pubblico della Villa Romana di Casignana, ha visto la partecipazione di relatori di spicco come Domenico Nunnari, Tommaso Labate, Enrico Mentana e Roberto Occhiuto. Il tema centrale dell’evento, il Mediterraneo e i conflitti in Oriente, ha offerto spunti di riflessione che hanno saputo coinvolgere un pubblico vasto, mettendo in evidenza questioni cruciali come le guerre, le tragedie dei naufragi e il ruolo dell’informazione nel raccontare tali eventi.
Il senatore Franco Crinò, in un suo intervento successivo al festival, ha sottolineato l’importanza della partecipazione attiva e del ruolo dell’informazione nel contesto attuale. «Lo spazio pubblico del Dialog Festival ha offerto un’opportunità di partecipazione e ha registrato un grande interesse» ha affermato Crinò, evidenziando come la presenza di figure autorevoli abbia contribuito a dare una dimensione più profonda alle discussioni.
Il Mediterraneo, crocevia di civiltà e culture, si trova oggi al centro di una crisi drammatica, strettamente legata ai conflitti che devastano l’Oriente e che distruggono vite e speranze. «L’incendio che avviluppa questi territori distrugge non solo vite, ma anche le speranze di intere popolazioni» ha proseguito Crinò, sottolineando come gli effetti di queste guerre vadano ben oltre il campo di battaglia, arrivando a minacciare il patrimonio storico e culturale che ha caratterizzato quelle terre fin dall’antichità.
Il festival ha permesso di riflettere anche sulla crisi dell’informazione, spesso incapace di raccontare adeguatamente le devastazioni e le aberrazioni causate dalle guerre. In questo contesto, la voce dei relatori ha assunto un ruolo centrale. Nunnari ha sollevato la questione del ruolo del servizio pubblico radiotelevisivo, chiedendosi se esso sia realmente libero o se, piuttosto, sia controllato direttamente da Palazzo Chigi. Labate, invece, ha puntato il dito contro l’opinione pubblica, accusandola di essere ormai “addormentata”, incapace di reagire alle ingiustizie e alle crisi globali. Mentana, con la sua consueta franchezza, ha denunciato l’incapacità del territorio della Locride di farsi rispettare, mentre Occhiuto, governatore della Calabria, ha colto l’occasione per sottolineare come la regione stia cercando di cambiare rotta, pur con molte sfide ancora da affrontare.
Durante il festival sono emersi spunti di riflessione che hanno toccato diverse problematiche: l’informazione, la crisi della partecipazione e le difficoltà storiche del territorio. «L’informazione addomesticata – ha detto Nunnari, – è vista prevalentemente da chi è all’opposizione», mettendo in luce il rapporto problematico tra media e potere. Sul tema della partecipazione, è emersa una riflessione più ampia che ha coinvolto non solo la politica, ma anche l’assistenza sociale, le diseguaglianze economiche e le ingiustizie, tutte cause della crisi che coinvolge la società civile.
Particolarmente rilevante è stata la discussione sulle infrastrutture che hanno segnato profondamente il territorio calabrese. Mentana ha ricordato come la Statale 106 abbia ferito il territorio quando, negli anni Sessanta, passò sopra la Villa Romana di Casignana e la Sinagoga di Bova Marina. All’epoca, le condizioni non permettevano una reazione adeguata da parte della popolazione locale, ma oggi è fondamentale ricordare e riflettere su quegli errori.
Non meno importante è stato il dibattito intorno al consenso che si è creato intorno a Occhiuto, che, pur godendo di un certo sostegno popolare, si trova a dover affrontare sfide cruciali come la sanità e l’autonomia differenziata. Due temi che continuano a suscitare polemiche e che rappresentano nodi irrisolti per il futuro della Calabria.
La Villa Romana di Casignana, luogo simbolo dell’evento, ha aggiunto una dimensione suggestiva al Dialog Festival, ricordando a tutti i partecipanti il valore inestimabile del patrimonio culturale. Crinò ha sottolineato come il sito racconti «i miracoli della natura, l’ingegno degli uomini, e i monumenti alla vita», che si intrecciano con i colori, i prodotti e il mare che fronteggia questo luogo di storia.
In conclusione, il Dialog Festival si è rivelato non solo un momento di discussione sui temi globali, ma anche un’occasione per riflettere sul ruolo della Calabria nel contesto nazionale e internazionale. Un invito, dunque, a continuare a guardare al Mediterraneo come a una frontiera di pace e sviluppo, nonostante le difficoltà e le tragedie che ancora oggi lo segnano.