Caro energia per le imprese italiane: 9,9% in più rispetto alla media europea
Di Emma Tubertini
Il costo dell’energia sta diventando un fardello sempre più pesante per le aziende italiane, in particolare nelle regioni di Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna, dove si concentra una buona parte del tessuto produttivo del Paese. Questo fenomeno minaccia non solo la competitività delle imprese, ma anche la stabilità economica delle comunità locali.
Energia a livelli record: le cause dei rincari
La crisi energetica che sta investendo l’Europa ha radici in molteplici fattori. Le tensioni geopolitiche, le difficoltà di approvvigionamento e ò’aumento della domanda globale hanno spinto i prezzi dell’energia a livelli record.
In Italia, la situazione è ulteriormente aggravata dall’elevata dipendenza dal gas naturale importato e dall’imposizione di tasse e accise che gravano in modo significativo sulle bollette energetiche.
Anno | Costo Energia PMI Italiane (€/kWh) | Costo Energia Media UE (€/kWh) | Differenza (%) | Maggiori costi rispetto ai competitor europei |
Media 2022-2023 | 28,44 centesimi | 25,88 centesimi | 9.90% | 11,8 miliardi di euro |
L’impatto sulle aziende a livello nazionale e regionale
Le conseguenze di questi rincari sono non banali per le aziende locali, in particolare per i settori che consumano grandi quantità di energia, come la manifattura e la metallurgia. Non risparmia neppure le aziende dello stesso settore energetico come Wekiwi o Plenitude.
Molte imprese stanno vedendo ridursi drasticamente i margini di profitto, rendendo difficile pianificare investimenti futuri e mantenere gli attuali livelli occupazionali. Per le Piccole e Medie Imprese, che rappresentano il cuore del tessuto industriale italiano, l’aumento dei costi sta portando a un rischio concreto di chiusura.
Paese | Costo Netto dell’Energia (€/kWh) | Differenza rispetto all’Italia (%) |
Italia | 28,44 centesimi | — |
Francia | 25,83 centesimi | -10,1% |
Germania | 25,07 centesimi | -13,4% |
Spagna | 19,69 centesimi | -44,4% |
A livello regionale, la Lombardia, il Veneto e l’Emilia Romagna, a causa della loro elevata concentrazione di imprese, sono le regioni più penalizzate: queste aree affrontano costi energetici che superano del 30-35% quelli di altri Paesi europei, riducendo la capacità di competere sul mercato internazionale. Ciò sta portando molte aziende a spostare parte della produzione all’estero, in aree dove il costo dell’energia è più competitivo.
Le possibili soluzioni per contrastare gli aumenti
Per far fronte a questa crisi, molte aziende stanno cercando di adottare soluzioni alternative, tra cui l’autoproduzione di energia rinnovabile attraverso impianti fotovoltaici e l’ottimizzazione dei consumi con tecnologie più efficienti. Tuttavia, queste soluzioni richiedono investimenti iniziali importanti e tempi di implementazione lunghi, difficili da sostenere senza un aiuto governativo.
Il mondo imprenditoriale e le associazioni di categoria stanno facendo pressioni sul governo per ottenere interventi mirati. Tra le proposte, vi sono la riduzione delle accise, l’introduzione di agevolazioni fiscali per le imprese che investono in fonti rinnovabili e l’avvio di un piano nazionale per la transizione energetica che coinvolga tutto il sistema produttivo.
Fonte: prontobolletta.it