Cronaca

Annullata la sentenza di condanna per riciclaggio finanziario internazionale di Daniele Bevacqua

La Corte di Cassazione, all’esito dell’udienza del 1º ottobre, ha annullato la sentenza della Corte di Appello di Milano che aveva condannato per auto riciclaggio Daniele Bevacqua, quale amministratore della Sofia SGR, società di gestione del risparmio con sede in Milano, accogliendo interamente il ricorso dei suoi legali.
I fatti risalgono al 2015 quando, nell’ambito di una complessa operazione finanziaria, la società aveva prima venduto le obbligazioni della società lussemburghese Tre International e, poi, acquistato, per collocarle nei portafogli dei clienti, le quote del Fondo Fenice Blu.
Secondo la Procura della Repubblica di Milano, Pubblico Ministero Bruna Albertini, l’operazione era da ritenersi truffaldina, in quanto il valore delle obbligazioni si riteneva sopravvalutato e il relativo collocamento nei portafogli sarebbe avvenuto in una situazione di conflitto di interesse della società.
La Corte d’Appello di Milano aveva sostanzialmente confermato la sentenza di primo grado infliggendo la pena di tre anni e tre mesi di reclusione e confisca per 5 milioni circa.
Adesso, però, la Corte di Cassazione ha annullato la condanna, dopo una custodia cautelare e 6 anni di processo all’amministratore Bevaqua, e ordinato un nuovo processo in appello. La seconda sezione della Cassazione ha infatti accolto il ricorso degli avvocati Baldassare Lauria e Simona Giannetti. «La condanna della Corte milanese era a nostro avviso illegittima, abbiamo infatti dimostrato che l’operazione finanziaria della Sofia SGR non aveva generato alcun danno per i clienti che hanno rivenduto i Bond Tre a un prezzo superiore a quello di sottoscrizione, dunque non poteva considerarsi di natura truffaldina, con il conseguente venire meno della ulteriore contestazione del reato di truffa che era il presupposto ai fini dell’imputazione del riciclaggio. Anche la confisca ordinata era da ritenersi illegale – hanno dichiarato gli stessi avvocati. – Adesso si apre un nuovo processo in appello, ma siamo convinti che si arriverà a un’assoluzione per il nostro cliente, anche vista la recente decisione della Suprema Corte.

Redazione

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