L’errore del voto made in Calabria: Giusy Princi e il sì alla guerra in Russia
Di Francesco Salerno
Pochi giorni fa si è tenuta la votazione in Europa in merito al rinnovo degli aiuti bellici all’Ucraina. Una delle tante, si potrebbe pensare; e invece questa volta sul piatto vi era anche un articolo (l’8) in cui si evidenziava la necessità di permettere all’Ucraina di usare le armi ricevute per attaccare il territorio russo.
Su questo punto molti Paesi si sono spaccati, tra chi non vuole oltrepassare questa linea rossa e chi, invece, pare non veda l’ora di scatenare la Terza Guerra Mondiale.
L’Italia, come forse saprete, da tempo afferma con vigore che non ha alcuna intenzione di dare il suo ok per questo pericoloso passo verso l’escalation. Lo stesso Antonio Tajani, a termine della votazione, ha affermato che il no dell’Italia è assoluto.
«Le nostre armi solo per difesa, non per offesa.»
Eppure, vi sono stati due europarlamentari che hanno votato di testa loro e si sono detti favorevoli all’uso delle nostre armi su suolo russo.
Una di questi è la neo-eletta Giusy Princi.
Sì, quella che abbiamo mandato noi dalla Calabria.
Ora, è vero che chi viene eletto per andare a Bruxelles non deve dimostrate di saperne qualcosa di geopolitica, relazioni estere, status degli altri Paesi e simili, ma Princi ha deciso di raddoppiare togliendo a noi italiani ogni dubbio relativo a una sua impreparazione in materia.
Il suo voto è palesemente figlio di un’apparente incapacità a comprendere aspetti che dovrebbero vitali per poter votare con coscienza e cognizione. Cosa l’avrà spinta a una tale presa di posizione?
Troppo atlantismo calato nei salotti berlusconiani?
La mancanza di qualsivoglia interesse a comprendere la guerra in corso?
Troppa Rai la sera?
Non lo sappiamo. Ciò che è certo del suo voto è che non può provenire da nessun sentimento o pensiero che abbia in sé il seme della logica e del buonsenso. Ma, d’altronde, si sa che qui in Calabria spesso si vota per far piacere a un conoscente o al politico di turno e, pertanto, non dovrebbe poi sorprenderci se il risultato sono rappresentanti politici inadeguati.
Tutti noi calabresi dovremmo fare un mea culpa e scusarci col resto dell’Italia e dell’Europa.
Abbiamo sbagliato per ignoranza, non per mala fede.
Scusateci…