Costume e SocietàLetteratura

La storia esaltante dei “Canterini di Serrastretta” racchiusa nel libro di Antonio Paletta

Dall’Ufficio Stampa

Una sorta di biografia collettiva, una comunità che legge un importante pezzo della sua storia. Così possiamo immaginare Serrastretta, all’indomani della presentazione del libro di Antonio Paletta I miei 40 anni con il Gruppo Folk, con la prefazione di Saverio Mazza. Al tavolo. assieme all’autore e al curatore, il Sindaco Antonio Muraca, il Parroco Luigi Iuliano, la Presidente del Gruppo Raffaella Nicotera, il Segretario Nazionale della Federazione Italiana Tradizioni Popolari Franco Megna e, a presentarli con professionalità e dovizia di particolari, l’apprezzata giornalista Rosalba Paletta.
Una sala gremita di gente, fra cui molti componenti dello storico sodalizio, ha preso parte all’evento che ha visto ripercorrere dagli albori ai nostri giorni la storia del Gruppo folklorico Canterini di Serrastretta, di cui lo stesso Antonio Paletta, per tutti Totò, ha guidato le sorti fin dal lontano 1974, nelle vesti alterne di Socio fondatore, Presidente, Direttore tecnico, Direttore artistico. Per questa rilevante iniziativa culturale, che segna un solco profondo nell’identità e nella specificità di un territorio ricco di tradizioni, ha espresso gratitudine il Sindacato Libero Scrittori Italiani sezione Calabria, per voce di Luigi Stanizzi, che peraltro ha curato la pubblicazione Tradizione in Calabria di Concetta Basile. Mai lontano e mai fuori dal gruppo, Paletta ha intrecciato la storia della sua vita, della sua famiglia, a quella dei Canterini, facendo di questo legame inscindibile (pur fra difficoltà e varie vicissituduni) la linfa vitale dei suoi mandati, al punto da autodefinirsi nel libro malato di Gruppo. Come potrebbe dirsi anche di diversi altri dei suoi componenti, forse. Ma nessuno, più e meglio di lui, avrebbe potuto raccontare la storia di questo insieme di persone, così diverse eppure così eguali nello spirito identitario e nella passione vibrante per il folklore. Il libro rappresenta una pietra miliare, imprescindibile per la laboriosa, entusiasta e partecipe comunità Serrastrettese, che ha visto negli anni avvicendarsi padri, figli, nipoti fra le fila del gruppo, che quest’anno compie cinquanta anni di storia, trasferendo alle generazioni che si sono succedute e ancora continuano attivamente ad avvicendarsi nel florido vivaio, i suoi valori fondamentali: identità, solidarietà, altruismo. Il tutto a suon di tarantelle, sotto le luci e fra i colori del Folk, un genere artistico che potrebbe pensarsi superato, o potrebbe dirsi di nicchia, solo fino a quando non si prenda parte ad una manifestazione che, immancabilmente, sprigioni il suo calore intrinseco e la sua forza attrattiva verso i pubblici più diversificati.
Di questo e molto altro si legge nel libro di Antonio Paletta, che nel suo racconto parte dai primordi, ricordando il ruolo fondamentale avuto da Don Cesare Scarselletti nell’incoraggiare quei giovani scalmanati, per poi ripercorrere fedelmente i successi del Gruppo, le grandi sfilate nei raduni internazionali come le Europeadi, le serate a Parigi, Toledo, Madrid, Torino, Mosca, in Germania e in Svizzera, e poi ancora gli spettacoli nelle piazze in numerosissimi paesi e città italiane e calabresi, ultima delle quali solo in ordine di tempo nell’aprile 2024 a Paestum, in occasione dell’evento promosso dalla FITP Il fanciullo e il Folklore, fortemente voluta dalla Federazione cui con orgoglio il Gruppo è affiliato fin dal 1978. La ricerca storica, i testi delle canzoni e la scrittura delle musiche, il recupero dei costumi e degli arnesi, il ruolo di grande sostegno delle famiglie dei piccoli (poi cresciuti) partecipanti, l’atmosfera festosa delle prove, le serate goliardiche, le discussioni e i malanimi… tutto trova spazio fra le righe di un libro che mancava a questa comunità, che dal Gruppo ha avuto moltissimo. Un libro che ora c’è e che recita: “Il folclore è una parte importante del patrimonio culturale di ogni comunità ed è un elemento fondamentale per mantenere viva l’identità”. Un libro per riflettere, in un’epoca iper connessa e piena di non luoghi (per citare Marc Augé), sul fatto che imparare a stare insieme nella diversità, è il primo modo, oggi, per essere social.

Redazione

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