Il Sindaco di Platì tra criminalità e Istituzioni: una riflessione su otto anni di mandato
Il sindaco di Platì, Rosario Sergi, ha diffuso una riflessione attraverso un comunicato stampa in cui esamina i suoi otto anni di mandato, caratterizzati da gravi intimidazioni, attacchi personali e una mancanza di supporto istituzionale. Sergi descrive il suo percorso, iniziato con la prima elezione nel 2016, e le difficoltà incontrate nel contrastare la criminalità organizzata nella Locride, una delle aree più difficili della Calabria.
Fin dall’inizio del suo mandato, Sergi ha subito intimidazioni, tra cui danni alla sua proprietà, minacce di morte e l’incendio degli uliveti dei suoi genitori. Questi eventi, rimasti impuniti, hanno portato a un’escalation di tensione culminata nel Capodanno del 2018, quando criminali armati hanno preso il controllo delle strade, costringendo le Forze dell’Ordine alla ritirata. La situazione è degenerata ulteriormente quando l’amministrazione comunale ha perso il numero legale, portando allo scioglimento del Consiglio Comunale e alla richiesta di incandidabilità del sindaco.
Rieletto nel 2020, Sergi ha continuato a subire atti intimidatori, come il furto di bestiame e l’incendio del portone municipale. Nonostante l’intervento di figure politiche di rilievo e delle Forze dell’Ordine, i responsabili non sono stati individuati, e le indagini sono state archiviate. Questa situazione ha portato alla riflessione di Sergi sul ruolo delle istituzioni nella lotta alla criminalità organizzata.
Il sindaco critica duramente l’inefficienza del sistema politico-giudiziario, sottolineando come le sue denunce siano state ignorate mentre procedimenti giudiziari contro di lui sono stati avviati. Sergi mette in discussione la gestione del territorio da parte delle Forze dell’Ordine, suggerendo la necessità di far ruotare i comandanti delle stazioni dei Carabinieri, la cui lunga permanenza non ha portato benefici concreti nella lotta alla ‘ndrangheta.
Sergi conclude la sua riflessione invocando un maggiore impegno da parte delle istituzioni, delle forze politiche e del Consiglio Superiore della Magistratura per garantire una gestione equa e giusta del territorio e per sostenere coloro che, come lui, si battono per un cambiamento reale nella Locride.