Costume e Società

Il presidente aggiunto onorario della Corte di Cassazione Marcello Vitale si racconta a Squillace

Dall’Ufficio Stampa e Comunicazione TiBa

Presidente aggiunto onorario della Corte di Cassazione dopo una vita con la toga in spalla a scandagliare l’intelletto piegato al male, a scansare la mala (è stato per anni sotto scorta), oltre che a giudicarla, Marcello Vitale è un magistrato anomalo, capace di affiancare una vita così complessa e avida alla poesia e alla scrittura.
Nel Castello di Squillace, nell’ambito della quinta rassegna letteraria e teatrale Alla Corte dei Borgia, su iniziativa dell’associazione culturale Castellense, edizione letteraria e teatrale Alla corte dei Borgia, organizzata con la collaborazione della presidenza del Consiglio regionale della Calabria, l’assessorato al Turismo del Comune di Squillace e le associazioni I giardini di Hera e Zefiro, di rientro nella sua Calabria per una sosta estiva, Vitale ha presentato Antologia poetica 1984-2024, miscellanea di 40 anni di poesie accompagnate dalla critica di Plenio Perilli, e la monografia a lui dedicata dallo stesso Perilli Lo sguardo dell’uomo. Marcello Vitale, magistrato illustre e insieme poeta civile.
A dialogare con l’autore le giornaliste Tiziana Bagnato e Carmela Commodaro. Il magistrato si è raccontato a tutto tondo, partendo dalle sue origini (famiglia di magistrati, dantisti e scrittori), fino ai duri anni a Torino durante il periodo della contestazione studentesca, passando poi per la stagione dei sequestri dei beni, allora agli albori, ‘ndrangheta e faide. Un percorso che lo ha portato a occupare le massime cariche della magistratura in cui “l’uomo ha sempre guidato le gesta del magistrato perché così deve essere”, tanto da voler trovare via di sfogo nella poesia e nella narrativa.
Dalle dimensione di tempo e spazio, al bene e al male raccontati ne Il demone sommerso(1988) fino al ricordo dei giudici, giornalisti e non solo ammazzati dalla mafia in Canti sciolti e ballate per i morti di ‘ndrina e di mafia (2000), Vitale ha raccontato e si è raccontato all’interno di una discussione di ampio respiro in cui non ha mancato di puntare il dito contro i magistrati più attenti al dire che al fare, alla riforma della giustizia e del Consiglio Superiore della Magistratura, passando per quelle zone di grigio endemiche al sistema, la sparizione delle agende e dei documenti dei magistrati, il Prodotto Interno Lordo prodotto dalla criminalità organizzata.
Vitale, prolifico scrittore, ha all’attivo quattro romanzi e nove raccolte di poesie, in cui i due binari paralleli su cui viaggia da tempo si intrecciano e fioriscono rendendolo protagonista della stampa nazionale, premi e prestigiosi scenari a cui si affaccia con quello spirito disincantato e quell’umiltà che rendono grande un uomo.

Redazione

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