Costume e Società

L’Arciconfraternita Maria Santissima Immacolata di Bovalino Superiore

Di Antonio Ardore

La costa ionica calabrese e siciliana sin dal X secolo fu teatro di scorribande saracene, tanto che i villaggi presenti alla marina furono costretti a trasferire l’abitato sulle colline interne, fatta eccezione unicamente per la cittadina di Roccella Jonica, nella Locride, che rimase sempre lungo il litorale e che molte volte respinse e sconfisse gli attacchi turchi, tanto che il Re di Napoli concesse nel ‘600 ai feudatari della cittadina il titolo di Principi Carafa della Spina di Roccella.
Gli attacchi più duri e ricordati a Bovalino furono nel 1540, a cui seguì la partecipazione della contea alla Battaglia di Lepanto nel 1571 contro i turchi, che però non fermò gli attacchi che avvennero nel 1581 e per ultimo nel 1594, quando i turchi attaccarono prima Reggio Calabria, poi Bovalino Superiore e dopo la cittadina di Ardore.
Alle prime luci del giorno 8 settembre 1594, i soldati della torre Scinosa, alla marina di Bovalino, scorsero in mare antistante la costa una moltitudine di navi in avvicinamento, allora per prima cosa accesero un grande fuoco per segnalare il pericolo a sud con la torre di Capo Bruzzano e a nord alla torre di Pagliapoli a Locri. Chiusero la torre e, a cavallo, raggiunsero Bovalino Superiore, dove il popolo in parte si rinchiuse tra le mura di cinta del borgo castello.
Dopo qualche ora i turchi, sbarcati sul lido di Sant’Elena, risalirono il vallone del Soccorso vicino al torrente Pintammati e assediarono il borgo antico. Si dice che i turchi abbiano pagato 19.000 ducati all’arciprete per avere aperta la porta al ponte levatoio.
Entrati all’interno appiccicarono il fuoco in quattro punti e mentre i soldati del castello e quelli della torre Scinosa, a cui si unirono gli uomini del paese si adoperarono a scacciare gli invasori, le donne si recarono in chiesa matrice per pregare la Madonna. Sta di fatto che da un cielo sereno iniziò una forte pioggia che spense gli incendi e mise in fuga i turchi, come se la Madonna si fosse messa a piangere vedendo la rovina del paese.
Dopo breve tempo venne costituita l’Arciconfraternita dell’Immacolata, fondata per ricordare il miracolo della Vergine e istituita con speciale indulto e privilegio da Papa Clemente VIII.
L’Immacolata di Bovalino Superiore è la Madonna che qui si festeggia due volte l’anno, l’8 settembre per ricordare il miracolo del 1594 e l’8 dicembre. Da ricordare la signora Rosina Raco, che fu la prima donna priore dal 1932 al 1935.
I Borboni, divenuti i nuovi re di Napoli nel 1735, visto che il popolo considerava superiori le confraternite invece che il feudatario, decisero di abolire tutte le confraternite del Regno. Successivamente, nel 1750, il re permise la rifondazione delle antiche confraternite decadute qualche anno prima.
A Bovalino Superiore l’arciprete della chiesa matrice Santa Maria ad Nives, Don Gaspare Marrapodi (dal 1741 al 1763) nel 1752 acquistò l’attuale statua dell’Immacolata ed ebbe la concessione, il 12 luglio 1752, da parte del Vescovo di Gerace, Monsignor Cesare Rossi (dal 1750 al 1755), per il riordinamento dell’Arciconfraternita. Il 29 giugno 1776 venne riscritto lo statuto e approvato dal Re di Napoli, questo documento si trova conservato in originale presso l’Archivio di Stato di Reggio Calabria.
L’ente religioso ha il prefisso Arci in quanto questa è la più antica e la principale rispetto alle altre confraternite.
La statua dell’Immacolata venne restaurata la prima volta nel 1852, nel centenario dell’arrivo della statua da parte del vescovo Raffaele Morisciano. Nel giugno 1980, Domenico Zinghinì, con le offerte dei fedeli, guidò il restauro sul posto realizzato da tecnici dell’Istituto Centrale del restauro di Roma. L’opera venne ultimata il giorno 27 giugno 1980 ed esposta ufficialmente al pubblico il giorno 8 settembre 1980.
Ultimo restauro è stato fatto nel 2019, con l’acquisto di una nuova corona, domenica 1 settembre la statua lignea è stata portata in processione per le vie della marina, precedentemente e per la prima volta era stata portata in solenne processione alla marina il 7 settembre 1975.
Dalla relazione tecnica del restauro del 1980 si ricava che è una statua lignea policroma del XVIII secolo di Madonna con putti sovrastante un serpente e la luna, della Chiesa di San Nicola di Bari di Bovalino Superiore, di attribuzione ignota, altezza 175 cm del peso di 97 kg ed esposta in una edicola interna della navata laterale destra.

Redazione

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