Attualità

Il diverso peso dei giudizi sull’Italia tra celebrità e cittadini stranieri

Pensieri, parole, opere… e opinioni

Recentemente ho scoperto per caso che nei Paesi anglosassoni si è fermamente convinti che, nel mese di agosto, l’Italia si fermi. Alla faccia di commercianti, ristoratori e operatori della ricezione che si fanno un mazzo così per cercare di arrivare a fine mese e, nei casi maggiormente estremi, mettere da parte qualcosa per la ben più magra stagione invernale, facendo una rapida ricerca su Google ci si può imbattere facilmente in video di blogger, opinionisti e persino giornalisti anglofoni che spiegano ai loro spettatori che cosa sia “il Ferragosto” (come lo chiamano loro) e perché nel mese più rappresentativo dell’estate l’intero Paese sia chiuso per ferie.
La scoperta l’ho effettuata imbattendomi per caso nell’estratto di una puntata di un talk show nel quale era ospite un uomo di spettacolo di origine italiana di cui ovviamente non ricordo il nome. Snocciolando i temi più disparati con rapidi botta e risposta com’è costume dei più classici late show d’oltreoceano, il conduttore, a un tratto, chiede al suo ospite se sia vero che, dall’1 al 31 agosto, l’Italia intera chiuda per ferie, sentendosi rispondere un convinto «Assolutamente sì». L’ospite spiega, dunque, non senza ironia, quanto sia difficile compiere qualunque attività in questo periodo dell’anno (cosa a dire il vero reale se restringiamo il discorso a grandi aziende, industrie di varia natura e tante categorie di liberi professionisti) e che addirittura, durante “Il Ferragosto”, questa festa pagana che viene celebrata esattamente alla metà del mese, persino gli ospedali sarebbero chiusi, tanto che chi ha la sfortuna di avere un malore durante questa giornata può anche farsi lil segno della croce e rassegnarsi a morire.
Alla domanda del conduttore relativa a come sia possibile potersi permettere un intero mese di ferie e, relativamente alla questione ospedali, mantenere una condotta così sconsiderata, l’ospite risponde che è così perché in Italia saremmo abituati a fare un po’ come ci pare solo perché ci sentiamo una spanna sopra al resto del mondo, battutaccia che ancora una volta strappa le convinte risate del pubblico ma che lascia molto perplessi i tanti italiani che, durante l’estate, non esitano a effettuare una convinta proscinesi anche per gli ospiti americani che scelgono le nostre latitudini per le loro vacanze.
Mi stupisce molto che una così poco lusinghiera descrizione del nostro Paese, per quanto, ribadisco, in un contesto ironico, sia scivolata addosso all’opinione pubblica senza colpo ferire, tanto più che lascia passare l’immagine di uno Stato di nullafacenti e saccenti, che poco si confà ai tanti sacrifici di chi si spende quotidianamente per cercare di promuovere le nostre qualità e le nostre bellezze.
Ma no, il conquistatore americano, soprattutto se detentore dello status di originario del Bel Paese, ha il pieno diritto di potersi esprimere in questi termini, senza preoccuparsi che la sua ironia tagliente possa risultare offensiva per un intero popolo. Eppure nel caso corrente nessuno si è erto a difensore della patria, nessun rappresentante politico ha voluto difendere l’italianità né qualcuno ha ritenuto necessario dimostrare quanto le parole pronunciate davanti a milioni di spettatori americani fossero dannose per l’immagine del nostro Stato.
Al contrario, dannoso è stato ritenuto il breve video di una ragazza di origine camerunese ma da molti anni residente in Italia, che ha osato riprendere un altrettanto ironico sfogo in cui, mostrandosi sfatta dal forte caldo di questi giorni, afferma in ottimo italiano di non volersi più sentire dire che non dovrebbe lamentarsi del caldo lei che viene dall’Africa e che i meteorologi italiani dovrebbero smetterla chiamare caldo africano le ondate di calore che investono il Paese. A differenza che in Africa, spiega la giovane, il caldo che attanaglia l’Italia è umido ed è ciò che rende insopportabile temperature anche più basse rispetto a quelle registrate nel Continente Nero così come accade con l’inverno, dove sempre l’umidità aumenta la percezione del freddo. «In Africa, quando ci sono 40 gradi, ti puoi arrampicare sulla cima del baobab per cercare il fresco, qui invece, a 35 gradi ti ritrovi a sudare da posti che non avresti mai immaginato» afferma mostrando la maglietta bagnata.
Indignazione generale. Persino su gruppi Facebook che affrontano le cose con piglio ironico, il video ha raggranellato una serie di commenti a dir poco raccapriccianti, in cui l’indignazione generale di chi aveva visto il minuto e mezzo di sfogo chiosava invitando la giovane a tornarsene in Camerun o almeno, a evitare di “sputare nel piatto in cui mangia”.
Due esempi di ironia che corre sul web, due video molto diversi che raccontano il nostro Paese e, soprattutto, ne mettono in evidenza le contraddizioni, dimostrando una volta di troppo che lo status di chi si permette di avanzare giudizi sulla nostra società, conta eccome, per il pubblico italiano.

Foto di form PxHere

Jacopo Giuca

Nato a Novara in una buia e tempestosa notte del giugno del 1989, ha trascorso la sua infanzia in Piemonte sentendo di dover fare ritorno al meridione dei suoi avi. Laureatosi in filosofia e comunicazione, ha trovato l’occasione di lasciarsi il nord alle spalle quando ha conosciuto la sua compagna, di Locri, alla volta del quale sono partiti in una altra notte buia e tempestosa, questa volta di novembre, nel 2014. Qui ha declinato la sua preparazione nella carriera giornalistica ed è sempre qui che sogna di trascorrere la vecchiaia scrivendo libri al cospetto del mare.

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