La Regione Calabria ha recentemente approvato una serie di importanti decisioni riguardanti diversi settori, dalla caccia alle celebrazioni culturali, fino alle politiche sociali e al ricordo di figure significative del territorio.
In primo luogo, la Giunta regionale, presieduta da Roberto Occhiuto, ha adottato il calendario venatorio per la stagione 2024/2025 su proposta dell’assessore Gianluca Gallo. La stagione di caccia avrà inizio il 2 ottobre 2024, con alcune eccezioni per specifiche specie, tra cui corvidi, colombacci e cinghiali, la cui caccia sarà permessa già a partire dall’1 settembre in modalità di appostamento. Un’importante novità di quest’anno è l’introduzione estesa del Tesserino Venatorio Elettronico, accessibile tramite l’app XCaccia, che sostituirà il tradizionale tesserino cartaceo. Il TVE sarà obbligatorio per la caccia alla tortora selvatica e al moriglione. Inoltre, un aggiornamento della normativa nazionale ha esteso di un mese il periodo di caccia al cinghiale, che si protrarrà fino al 30 gennaio 2025.
Parallelamente, sempre sotto la guida del presidente Occhiuto e dell’assessore al Turismo Giovanni Calabrese, la Giunta ha approvato il programma per i festeggiamenti della Varia di Palmi, riconosciuta come patrimonio culturale immateriale dalla legge regionale. Questa manifestazione, di grande rilevanza culturale, sarà quindi sostenuta e promossa a livello regionale. Nella stessa seduta, sono stati approvati anche il rendiconto per l’esercizio 2023 e il bilancio di previsione 2024-2026 per l’Ente dei Parchi marini regionali, insieme a una serie di direttive per l’utilizzo del fondo nazionale per la non autosufficienza, per supportare le graduatorie dei beneficiari del 2024.
Infine, l’assessore Gianluca Gallo ha ricordato con commozione la figura di Mario Brunetti, ex parlamentare e promotore della tutela delle minoranze linguistiche in Calabria. Brunetti, figura di spicco nel panorama politico regionale, è stato un pioniere nella difesa delle tradizioni culturali e linguistiche, in particolare del mondo arbëreshë. La sua scomparsa rappresenta una grande perdita per la Calabria, ma lascia in eredità un impegno che continuerà a guidare le future politiche regionali in questo ambito.