Bianco: “Non ce n’è crisi!”
Di Francesco Salerno
A Bianco non vi è alcuna crisi di nessun tipo!
È quanto emerso dall’ultimo consiglio comunale in cui, caldo a parte, è risultato come nel noto centro locrideo vada, in fondo, tutto bene. Ma andiamo con ordine.
Nel bel mezzo del sopracitato consiglio la consigliera di minoranza, Giuseppina Falzea, è intervenuta per parlare della crisi idrica che è in atto in diversi centri del reggino e che da tanti, troppi anni, interessa anche Bianco, soprattutto durante l’estate. Interi quartieri senza acqua, abnorme dispersione causata dalle tubature rotte e utilizzo improprio sono tra le cause principali di tali disagi.
Un problema ben noto a tutti, o quasi, giacché il sindaco Giovanni Versace ha voluto rispondere dichiarando che «A Bianco non c’è nessuna crisi idrica.»
Lo stesso sindaco, pochi attimi dopo, in merito alla creazione di un tavolo di discussione sul problema acqua ha dichiarato che «Ormai è inutile crearlo a crisi in corso.»
La domanda è ovvia: Ma, allora, la crisi c’è o non c’è?
Evidentemente il sindaco non lo ha ancora stabilito, visto con quanta facilità si è contraddetto da solo. A riprova di ciò vi è l’intervento del consigliere di maggioranza Francesco Sinopoli che, invece, si è detto a favore per la creazione tale tavolo di discussione. Ovviamente, tali questioni vengono messe da parte in questo periodo dell’anno considerato che sembrerebbe contare solo la Festa e la sua organizzazione.
Permettetemi, dunque, di buttarla lì: ma pensarci prima che si arrivi alla Festa? Iniziare a parlare di acqua e problemi idrici già in primavera in modo da poter stabilire un piano d’azione per l’estate?
Chissà… Domande di un folle, evidentemente.
Tuttavia, il consiglio è proseguito e si è chiuso con un pezzo che definirei quasi teatrale. L’attore principale è il presidente del consiglio, Francesco Marte che, interpretando se stesso, ha dato sfoggio di un’eccelsa abilità dialettica tipica del politico moderno. Ovvero, riuscire a parlare dieci minuti senza dire nulla…
Da alcuni giorni, infatti, correva voce di presunte dimissioni dello stesso Marte dal consiglio comunale. Vox populi, ovvio, nulla di certo, ma quando ha preso la parola a fine consiglio in molti hanno pensato che stesse realmente per dimettersi. Ma Marte ha sorpreso tutti con un discorso che avrebbe confuso persino James Joyce. Dapprima, ha ricordato il suo ruolo e gli anni di attività politica, poi ha sentito il bisogno di invitare sindaco e amministrazione a una “maggiore incisività”, cosa che qualcuno potrebbe interpretare come una velata critica alle poche azioni dell’attuale amministrazione…
Infine, ha dichiarato che per motivi di studio in autunno sarebbe stato lontano…
E nulla, la frase è terminata qui. La logica avrebbe voluto una conclusione della frase stessa: “Sarò lontano, quindi…” e invece no. Marte ha optato per una chiusura misteriosa ed enigmatica atta a prestarsi a mille interpretazioni diverse, uno stile che personalmente mi ha ricordato Edgar Allan Poe.
Interpretazioni già esplicate da diversi esponenti politici, come apparso in un articolo di Antonio Blefari qualche giorno fa, in cui da una parte Versace rivendicava di aver convinto Marte a non dimettersi (il che conferma la vox popoli ma getta parecchi dubbi sulle reali motivazioni di tali dimissioni), e dall’altra Zoccali interpretava il criptico messaggio di Marte come una critica all’amministrazione stessa e, al tempo stesso, l’invito a un maggior confronto con la minoranza.
Personalmente non saprei come interpretate il tutto e, perciò, mi tengo la versione in cui Marte avrebbe voluto omaggiare il grande Poe con quel suo misterioso discorso e, d’altronde, come diceva Poe: “Tutto quello che vediamo, quel che sembriamo non è altro che un sogno dentro un sogno”.