Attualità

Riflessioni sulla Giornata Internazionale contro l’Abuso di Stupefacenti

Benvenuti, gentili, lettori, a Quel che Nessuno vi ha detto, un’oasi di riflessione profonda sull’attualità e sulla società, con la quale ci immergiamo nelle intricanti profondità del reale per svelare le verità che spesso sfuggono alla superficie, offrendo una prospettiva audace e incisiva su temi che definiscono il nostro mondo.
Il 26 giugno è stata celebrata la Giornata Internazionale contro l’Abuso e il Traffico Illecito di Stupefacenti, una ricorrenza istituita dalle Nazioni Unite per sensibilizzare l’opinione pubblica sui pericoli legati all’uso e alla diffusione di droghe. Questa giornata ha l’obiettivo di richiamare l’attenzione globale sulla necessità di contrastare un fenomeno che provoca innumerevoli danni sociali, sanitari ed economici.
In Italia, la storia dell’utilizzo degli stupefacenti è complessa e radicata. Sin dai primi decenni del ‘900, il consumo di droghe è stato un problema crescente, inizialmente limitato a gruppi specifici, ma che, con il passare degli anni si è diffuso sempre di più. Negli anni ‘70 e ‘80, l’eroina ha mietuto molte vittime, trasformando il volto di intere comunità. Oggi, il panorama è più variegato, con un’ampia diffusione di sostanze sintetiche e droghe leggere come la cannabis.
Affrontare il problema degli stupefacenti richiede un approccio multidisciplinare. Tra le contromisure che si potrebbero adottare per arginare il fenomeno, la legalizzazione delle droghe leggere rappresenta un’opzione sempre più discussa. La regolamentazione del consumo di cannabis potrebbe portare diversi benefici: riduzione del mercato nero, controllo della qualità delle sostanze e aumento delle entrate fiscali che potrebbero essere reinvestite in programmi di prevenzione e cura.
Resta purtroppo estremamente sottile, tuttavia, la differenza rispetto al traffico illecito di stupefacenti, che ha da sempre rappresentato un terreno fertile per le mafie di tutto il mondo e, per restare alle nostre latitudini, per la ‘ndrangheta calabrese in particolare, che ha costruito un vero e proprio impero economico su questo traffico. La ‘Ndrangheta, attraverso un’organizzazione capillare e ramificata, controlla una fetta significativa del traffico di cocaina in tutta Europa, utilizzando i proventi per finanziare altre attività illecite e per infiltrarsi nell’economia legale.
Come recentemente spiegato dal procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Napoli Nicola Gratteri «gli ‘ndranghetisti portano in Lombardia grandi quantità di cocaina e reinvestono i proventi localmente. Questi soldi vengono utilizzati per acquisire esercizi pubblici e infiltrarsi nei consigli di amministrazione aziendali, con l’obiettivo non solo di guadagnare ma anche di riciclare denaro. Nel dark web, acquistano illegalmente droga e armi.»
Questa logica, com’è facile immaginare, ha rafforzato il potere della criminalità organizzata, favorendo l’ascesa di nuove figure all’interno delle famiglie, costituite oggi anche da persone istruite capaci di stringere relazioni strategiche.
Anche nel tentativo di cambiare questo stato di cose la legalizzazione delle droghe leggere potrebbe rappresentare un duro colpo per queste organizzazioni criminali. Sottrarre loro una parte significativa del mercato delle droghe leggere significherebbe ridurre i loro guadagni e il loro potere. Tuttavia, la sola legalizzazione non basta. È necessario infatti rafforzare la cooperazione internazionale, migliorare le attività di intelligence e incrementare le risorse destinate alla lotta contro le mafie.
L’auspicio, insomma, è che la Giornata Internazionale contro l’Abuso e il Traffico Illecito di Stupefacenti di quest’anno possa in qualche modo contribuire alla creazione di una società più consapevole dei rischi legati all’uso di stupefacenti e più attrezzata per affrontare il problema. Solo attraverso un impegno collettivo e l’adozione di politiche innovative si potrà infatti arginare il fenomeno e costruire un futuro più sicuro e giusto per tutti.

Foto di form PxHere

Oὐδείς

Oὐδείς (pronuncia üdéis) è il sostantivo con il quale Ulisse si presenta a Polifemo nell’Odissea di Omero, e significa “nessuno”. Grazie a questo semplice stratagemma, quando il re di Itaca acceca Polifemo per fuggire dalla sua grotta, il ciclope chiama in soccorso i suoi fratelli urlando che «Nessuno lo ha accecato!», non rendendosi tuttavia conto di aver appena agevolato la fuga dei suoi aggressori. Tornata alla ribalta grazie a uno splendido graphic novel di Carmine di Giandomenico, la denominazione Oὐδείς è stata “rubata” dal più misterioso dei nostri collaboratori, che si impegnerà a esporre a voi lettori punti di vista inediti o approfondimenti che nessuno, per l’appunto, ha fino a oggi avuto il coraggio di affrontare.

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