Politica

Autonomia Differenziata: è compiuta da “farlocchi o caporali”?

Di Vincenzo Speziali

No, a me l’Autonomia Differenziata non piace e, se per questo, neanche l’accetto.
Intendiamoci: è legge dello Stato (almeno per ora e fino alla sua certa abrogazione gratias manu referendari) ma che nessuno, proprio nessuno nello specifico di qualcuno, persino a sinistra, si permetta di inscenare stracciamento di vestiti (con annessi capelli per chi li ha), oppure lanci lai e bai nel merito di specie.
Tutta questa storia, difatti, ebbe inizio, allorquando sul finire della XIII Legislatura, cioè 1996/2001, il gracilino Governo Amato II (messo in piedi a Maggio 2000, in seguito alla scoppola elettorale’ del centrosinistra alle regionali) ci rifilò il frutto della mela avvelenenata il cui tema è la Riforma del Titolo V.
Persino l’allora diessino Presidente della Camera, cioè Luciano Violante (a sua volta intenditore di pentiti e pentismi, ma non so quanto di politica), sostiene oggi, benché a (suo beneficiante?) scoppio ritardato, come la tal faccenda sia stata una mossa non solo falsa o azzardata, semmai nefasta.
Questa dichiarazione da carità pelosa, fa il paio con le mosse odierne di Roberto Occhiuto, Presidente pro tempore della Regione Calabria e Vicesegretario Nazionale (non Vicario, benché desiderasse tanto esserlo) di Forza Italia.
Sì, carità pelosa poiché, se è vero come è vero che l’Autonomia Differenziata è un elemento essenziale, qualificante e condiviso dell’attuale maggioranza di Governo, il fu Partito (o pare tale) di Berlusconi, adesso non si può lamemtare o, parte di esso, tirarsi indietro, sostenendo (sarà solo a parole?) attraverso qualcuno dei suoi esponenti, avversità, perplessità e contrarietà.
A parte come sarebbe d’uopo rammentare urbi et orbi (in luogo al fatto che orbi non sta per ciechi e men che mai per senza memoria), che anche Roberto, in un primo tempo, votò a favore dell’Autonomia Differenziata, in seno alla Conferenza Stato/Regioni, salvo poi a fare giuste bizze di rimangiamento, che non mi paiono le mosse da sincera resipiscenza, bensì frutto di calcolicchi elettoralistici (o, peggio ancora, riposizionamenti di poterucolo interna corporis all’interno di Forza Italia, ma a trazione Tajani).
In più, si ode di fondo persino la reprimenda e il disagio di Filippo Mancuso, Presidente del Consiglio Regionale Calabrese, in quota Lega, mentre costui critica la legge voluta dal suo stesso Partito e stigmatizzando lo sventolio del gonfalone in capo alla nostra Regione, assieme ed appaiato a quello dei territori settentrionali, compiuto proprio dalla di lui collega di Movimento, tal Simona Loizzo (madame, la prossima volta, al netto dei propri suoi intimi deliri di onnipotenza da politicumemente, lo faccia, se non altro con dei foulard di Hermes, al pari delle grandi signore, senza permettermi di definirla tale o meno: non ci conosciamo, benché mi giunge voce di chi l’avrebbe sostenuta elettoralmente, ovvero un tipino abbastanza squalliduccio, se ci riferiamo ai furtilegi in danno al Santuario di San Francesco di Paola, perciò uno potrebbe essere portato a dire Dio li fa e poi li accoppia? Fate vobis!).
A tutto ciò premesso, si aggiungono altri aspetti tecnico/contabili, che non sono quisquilie e nemmeno dettagli da poco:

  1. caos di competenze precipuo (ad esempio, una qualsivoglia Regione, potrebbe, unilateralmente, decidere di ridimensionare l’estensione di un Parco Regionale e/oTerritoriale); 
  2. a fronte di binari differenti circa la strutturazione dei vari Servizi Sanitari Regionali, ci ritroveremmo con 20 Sanità locali, non sempre uniformemente livellizzate in maniera performante e professionale (senza obliare all’incivile e dolorosa emigrazione sanitaria, da cui già deriva un’ulteriore aggravio della spesa pubblica);
  3. le altre materie di pertinenza regionale, spaccherebbero la nostra stessa Italia (quindi vorrei proprio comprendere come fa a sostenere la sacralità laica del suolo patrio il Partito di Giorgita Melon);
  4. la non prevista, certificata è futuribilmente attualizzabile copertura finanziaria dei Livelli Essenziali di Prestazione ha messo sotto allarme la struttura della Presidenza della Repubblica, già vigile persino in riferimento ai punti elencati, senza contare, la censura del Report della Commissione Europea, proprio di giovedì 21 Giugno.

Hai voglia a insistere con la sterile, melliflua, fallace e apocrifa propaganda che “l’Europa è composta da cattivoni” che non rispettano il Governo del nostro Paese, frutto di libere e democratiche elezioni (sottacendo, i megafonisti afflitti – afflitti in tutti i sensi?! – di questa falsa narrazione che le suddette elezioni sono state partecipate da circa il 50% degli aventi diritto al voto: bella legittimazione popolare), perciò meno chiacchiere a fior di labbra, magari indotte dai cacicchi o capataz del centrodestra poiché, altrimenti, ai malcapitati e incredibili maggiordomi, piuttosto che badanti, dediti all’ossequio del capo (o della capa, proprio perché per il Parlamento non vi sono le preferenze, ma le cooptazioni), verrebbe da dire e imputargli, al netto della verità apodittica (e parafrasando il grande Totò): siete farlocchi o caporali?

Redazione

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