Protezione Civile di Rosarno: da pilastro di sicurezza a esempio di disorganizzazione
La Protezione Civile è stata creata per proteggere vite, beni e l’ambiente da calamità naturali e catastrofi. In Italia, il sistema coinvolge tutte le strutture dello Stato, dalle istituzioni nazionali fino ai piccoli comuni, con un ampio contributo delle associazioni di volontariato. Tuttavia, la situazione della Protezione Civile a Rosarno, come denunciato dai componenti del direttivo provinciale di Noi Moderati Maria Domenica Naso e Giuseppe Callà, risulterebbe gravemente compromessa.
Dal gennaio 2020, con la nascita del Gruppo Comunale Volontari di Protezione Civile, molte difficoltà logistiche hanno caratterizzato la gestione delle emergenze, inclusa la pandemia da Covid-19. Nonostante gli sforzi dei volontari, che spesso hanno utilizzato mezzi e risorse proprie, la situazione non è migliorata nemmeno con la nuova amministrazione insediata sette mesi fa.
Tra le criticità evidenziate vi sono il mancato aggiornamento del piano di protezione civile e della piattaforma PC2 della Regione Calabria, che riporta ancora volontari non attivi. Inoltre, i nuovi iscritti non sono stati inseriti ufficialmente nel gruppo e non hanno ricevuto la formazione necessaria.
Un problema particolarmente preoccupante riguarda la mancanza di copertura assicurativa per i volontari, che ha impedito loro di operare durante recenti emergenze. Inoltre, la sede della Protezione Civile è stata trasformata in uffici per altre aree, eliminando spazi essenziali come la sala radio e la sala operativa, fondamentali per la gestione delle emergenze.
La riduzione della dotazione dei veicoli destinati alla Protezione Civile e il loro utilizzo improprio da parte della Polizia Locale rappresentano un ulteriore ostacolo. Nonostante le dichiarazioni di dotazioni adeguate, i mezzi risultano non disponibili per le emergenze.
Naso e Callà chiedono un intervento immediato per ripristinare il corretto funzionamento dell’Area Protezione Civile, sottolineando che le catastrofi non avvisano per tempo e che l’attuale disorganizzazione rappresenta un grave rischio per la sicurezza dei cittadini.