La Locride verso il voto: la disillusione locale e il ruolo cruciale delle Europee
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La presentazione delle liste per la competizione elettorale dei prossimi 8 e 9 giugno ha riservato non poche sorprese. La consueta eccitazione legata all’ufficializzazione dei candidati alle amministrative ci ha fatto compulsivamente ricaricare le pagine virtuali delle agenzie di stampa per tutto il pomeriggio di sabato, al termine del quale abbiamo finalmente potuto avere un quadro di quali dinamiche socio-politiche si stiano delineando nei diversi centri chiamati al rinnovo delle cariche.
Questo interesse spasmodico per la realtà locale ci ha fatto mettere un po’ in secondo piano il fatto che quello del secondo fine settimana di giugno sarà un vero e proprio election day in occasione del quale saremo tutti chiamati alle urne per scegliere i nostri rappresentanti al parlamento europeo. E proprio sulle dimenticate europee è bene spendere qualche parola prima di passare alla portata principale delle amministrative.
Nella circoscrizione sud, numerosi sono infatti i candidati di spicco provenienti dalla regione, molti dei quali hanno già giocato un ruolo significativo nella politica locale. Tra di essi, si annovera Pasquale Tridico, ex presidente dell’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale, che si presenta con il Movimento 5 Stelle, Sergio De Caprio, noto come il Capitano Ultimo, che si candida con la lista di Cateno De Luca, e i candidati ancora attivi nella politica regionale come la vicepresidente Giusi Princi, che corre con Forza Italia, e i leghisti Simona Loizzo e Filippo Mancuso. Maria Pia Funaro è candidata con Alleanza Verdi e Sinistra, mentre Jasmine Cristallo si presenta con il Partito Democratico e Massimo Ripepi è candidato con Alternativa Popolare. Dalla Locride, ritorna in campo Mimmo Lucano, ex sindaco di Riace, che si candida con AVS oltre a essere aspirante sindaco del suo paese, Giuseppe Nunziato Belcastro del M5S e Giuseppe Varacalli, già sindaco di Gerace, che aspira a un seggio parlamentare con la lista Stati Uniti d’Europa.
Un quadro variegato, in cui i numerosi candidati provenienti dalla nostra regione promettono di rendere l’imminente tornata elettorale un momento cruciale per definire il futuro della nostra regione (e dell’intero Paese) nel contesto dell’Unione Europea, realtà delicata in virtù della quale sarà fondamentale prendere decisioni informate e consapevoli al momento di recarsi alle urne.
Altrettanto informate e consapevoli, ovviamente, dovranno essere poi le decisioni relative alla composizione dei consigli comunali di 14 dei ben 15 paesi chiamati al rinnovo delle cariche nel comprensorio.
La mancata presentazione di liste elettorali a San Luca, che sta conducendo il paese verso l’ennesimo commissariamento, rappresenta infatti un ritorno a un periodo di incertezza e disillusione per la comunità locale. Dopo l’esperienza dell’Amministrazione Bartolo, in cui si era forse intravista una speranza di cambiamento, questa nuova situazione conferma un triste ritorno al passato.
La mancanza di fiducia nel processo democratico e la convinzione che le elezioni non possano influenzare positivamente il destino del territorio sono sintomi evidenti di una profonda rassegnazione. Si tratta di un segnale allarmante che riflette il disincanto dei cittadini nei confronti delle istituzioni e dello Stato, che sembra incapace di instaurare un rapporto di fiducia reciproca con la popolazione.
Ma, a rendere maggiormente tetro questo quadro, in questa occasione, ci pensa la presentazione complessiva di 26 liste elettorali in 15 comuni, che rivela una realtà preoccupante e indicativa di una crescente disaffezione verso la politica un po’ in tutto il comprensorio. Escludendo Riace e Monasterace, unici centri che hanno tre candidati a sindaco, non solo in diversi altri paesi si ha l’impressione che sia stato fatto il compitino di comporre alla bene e meglio le due liste utili a evitare la tagliola del commissariamento, ma addirittura ad Agnana, Canolo, Sant’Ilario e Stignano, è stata presentata una sola lista che imporrà agli aspiranti sindaci di sfidare la tagliola del quorum (sfida non in tutti i centri scontata) per dare dignità al futuro del proprio paese.
La disaffezione per la politica che già da tempo si denunciava avesse colpito l’elettorato, insomma, sembra morbo che ha ormai infettato anche coloro che sono attivamente coinvolti nella politica, dimostrando una perdita di fiducia nella capacità di cambiamento attraverso le istituzioni. Un segnale preoccupante che richiede una seria riflessione da parte di tutti gli attori coinvolti nel processo democratico.
È essenziale infatti che i referenti politici e gli amministratori locali comprendano l’urgenza di riconquistare la fiducia dei cittadini attraverso azioni concrete e trasparenti. Solo così sarà possibile invertire questa tendenza negativa e riaffermare il valore e l’importanza della partecipazione politica per il benessere delle comunità locali.
Ma i nuovi sindaci avranno la forza di imprimere questo cambio di rotta?
Foto di Mohamed Hassan form PxHere