Diventa definitiva la condanna nei confronti di uno dei responsabili dell’omicidio del 54enne Stefano D’Arca, avvenuto l’8 marzo del 2019 in pieno centro cittadino, nei pressi di Piazza Pitagora, che aveva destato molto clamore in città per le modalità del fatto.
Il delitto si era consumato pochi minuti dopo la mezzanotte, dopo che la vittima aveva fatto ingresso in un noto bar della zona, iniziando a inveire con modi aggressivi e violenti con un soggetto lì presente, C.G., per poi cominciare a prendere a calci e a pugni il bancone dell’attività commerciale. Ciò aveva provocato la reazione di C.G. e del nonno P.F. e, proprio quest’ultimo, aveva poi sparato sette colpi di pistola nei confronti di D’Arca, provocandone la morte.
Immediatamente la Polizia aveva arrestato i due soggetti, responsabili in concorso dell’uccisione di D’Arca. I successivi risvolti processuali hanno acclarato la responsabilità dei due crotonesi sino alla decisione del mese scorso della Corte di Cassazione che ha definitivamente respinto il ricorso per P.F., condannandolo alla pena della reclusione di 15 anni e 7 mesi, mentre per C.G., la Suprema Corte ha disposto l’annullamento con rinvio ad altra sezione della Corte d’Assise d’Appello, e quindi per quest’ultimo ci sarà un ulteriore giudizio di secondo grado.
Pertanto, gli agenti della Squadra Mobile hanno rintracciato P.F. e, dopo la notifica del provvedimento restrittivo, lo hanno tradotto presso la Casa Circondariale di Crotone per scontare il residuo di pena pari a 11 anni di reclusione.